Le linee ferroviarie calabresi Gioia Tauro-Palmi-Sinopoli e Gioia Tauro-Cinquefrondi, dette anche linee Taurensi, sono state costruite tra il 1910 e il 1934 per facilitare i collegamenti tra la costa e l’entroterra della Piana di Gioia Tauro nell’ambito di un progetto di collegamento su rotaie ambizioso e funzionale. Costituivano un tratto della Ferrovia Calabro-Lucana, pensata come un’ampia rete che si doveva sviluppare su un vasto territorio che comprendeva Campania, Basilicata, Puglia e Calabria e sette province: Bari, Salerno, Potenza, Matera, Cosenza, Catanzaro (che allora comprendeva anche i territori delle attuali province di Crotone e Vibo Valentia) e Reggio Calabria. Per conservarne e tutelare la memoria storica il segretariato regionale del Mibact per la Calabria ha aperto un dialogo, su impulso dell’Associazione Italia nostra di Reggio Calabria, con le Ferrovie in Calabria e la Soprintendenza Abap  per la Città metropolitana di Reggio Calabria e Vibo Valentia che ha avviato il procedimento, conclusosi con l’emanazione del Decreto di interesse culturale della Direzione generale Archeologia, Belle arti e Paesaggio. Lo rende noto un comunicato dello stesso Ministero.

La costruzione della tratta

La Società italiana per le Strade Ferrate del Mediterraneo si è occupata della costruzione e della gestione del servizio della ferrovia, costituita inizialmente di 13 tratti. La tratta più antica era la Bari–Matera–Montalbano Jonico sviluppata tra il 1915-1932. A seguire vennero progettate e realizzate le altre tratte tra cui in Calabria: Cosenza–Catanzaro, Pedace–San Giovanni in Fiore, Crotone–Petilia Policastro, Vibo Valentia–Mileto, Soverato–Chiaravalle Centrale, Gioia Tauro–Cinquefrondi, Gioia Tauro–Palmi-Sinopoli, Marina di Giojosa–Mammola. L’ultima tratta eseguita in termini cronologici riguardava l’asse Camigliatello Silano – San Giovanni in Fiore terminata nel 1956.

Un percorso dal mare alla montagna

La rete ferroviaria Gioia Tauro-Cinquefrondi fu realizzata in condizioni morfologiche molto difficili, che le hanno conferito caratteristiche particolarmente affascinanti. I binari si inerpicano dal mare agli altipiani dell’Aspromonte attraverso imponenti viadotti e tunnel scavati nelle montagne, opere di grande ingegneria e perizia che si snodano attraverso magnifici paesaggi caratterizzati da distese di ulivi e agrumi, da suggestivi borghi antichi e interessanti siti archeologici. Entrata in crisi negli ultimi decenni al crescere del trasporto su gomma, le linee Taurensi sono ormai in disuso dal 2011.

Memoria storica

Le linee Taurensi – si legge quindi nel comunicato - sono una memoria storica, testimonianza dello sviluppo tecnologico, industriale e culturale del territorio che ha legami con la storia della tecnica, dell’industria e dei trasporti: basti citare la presenza, lungo il tracciato, di notevoli ponti e viadotti in muratura o in acciaio, necessari per superare le asperità del territorio, alcuni dei quali di importante impegno tecnico e realizzativo, e poi ancora piazzali di manovra, depositi, rimesse per le locomotive, stazioni, case cantoniere. L’intero tracciato, in una inscindibile unità con il paesaggio che attraversa, lo arricchisce di una storia che dura da oltre un secolo.