Il gruppo ha fatto irruzione nel cantiere di Cosenza dove sono in corso i lavori esponendo lo striscione. La protesta si è poi spostata davanti al Comune bruzio
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"Danni per tutti, soldi per pochi": c'era scritto così su uno striscione che, questa mattina, un gruppo di attivisti del movimento No Metro di Cosenza ha esposto, facendo irruzione in un'area chiusa del viale parco, dove sta nascendo il cantiere per la costruzione della metrotranvia che collegherà Cosenza, Rende e l'Università della Calabria. La manifestazione di protesta si è poi spostata davanti al municipio bruzio. Indetta anche una conferenza stampa, fissata per mercoledì 12 settembre alle 10,30 su Viale Mancini, nei pressi del liceo scientifico Scorza.
«Questa mattina - si legge in un comunicato diffuso dopo la protesta - un gruppo di attivisti di Rifondazione Comunista, Cosenza in Comune, Sinistra Italiana e Potere al Popolo ha effettuato un blitz ai fantomatici cantieri della metro di Occhiuto, esponendo lo triscione. Con questa iniziativa si è voluta evidenziare la insostenibilità urbanistica, ambientale ed economica della cosiddetta "metro leggera", una tavola imbandita da 160 milioni, corredata ed affiancata da altre opere di diverse decine di milioni, che ha messo d'accordo sia il centrodestra che il centrosinistra. Occhiuto, Manna, Oliverio e Iacucci, Adamo e Bruno Bossio, Gentile e Orsomarso, Mancini e Morrone, tutti – è scritto ancora - si sono trovati d'accordo per quest'opera che se è foriera per pochi di affari, clientele e consenso politico, per la gran parte dei cittadini è semplicemente un danno che peserà per anni sulle loro tasche. La determinazione del sindaco di non far esprimere democraticamente i cittadini, rigettando la richiesta di referendum effettuata a norma di Statuto comunale, è sicuramente la cartina di tornasole del fatto che tutti costoro hanno paura della volontà popolare. Noi continuiamo a sostenere che il tracciato alternativo, proposto dal comitato No-Metro - da realizzare utilizzando ed adeguando la rete esistente di Ferrovie della Calabria fino a Vaglio Lise e recuperando il vecchio tracciato delle Ferrovie dello Stato da li all'Università - costerebbe molto di meno e sarebbe certamente più vantaggiosa in termini di tempi di percorrenza e di sostenibilità urbanistica. A proposito - si legge infine - sui cantieri nemmeno l'ombra di lavoratori e mezzi meccanici; evidentemente, il modus operandi che ha portato alla vergognosa figura dello stadio San Vito-Marulla è destinato ad essere il tratto distintivo della Giunta Occhiuto».