Presentato il rapporto Polos dell'osservatorio economico provinciale: «Dopo la chiusura delle grandi fabbriche, la provincia non ha trovato la sua identità»
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L’ossatura del tessuto economico e produttivo del Crotonese è composta da imprese a carattere familiare e il settore che fa registrare il maggior numero di attività è quello agroalimentare. Sono alcun dei dati contenuti nella 24esima edizione dell’Osservatorio economico provinciale Polos della Camera di commercio di Crotone, presentata questa mattina alla presenza del sottosegretario per il Sud Dalila Nesci.
Bene l’agroalimentare
«L’oltre 50% di attività iscritte nel registro delle imprese – commenta il commissario dell’ente camerale pitagorico, Alfio Pugliese - è di natura agroalimentare, l’agricoltura la fa da padrone, e ciò sta ad indicare la naturale propensione del nostro territorio a questo tipo di attività imprenditoriale». Un dato negativo lo fa registrare il settore dell’accoglienza e delle strutture ricettive: «A causa del Covid e della concorrenza dei competitor, anche di altri territori, molte attività hanno chiuso. Questo, però, non vuol dire che non c’è offerta turistica nel territorio». Anzi, secondo il commissario dell'ente camerale pitagorico «agricoltura, artigianato e ricezione turistica sono comparti che naturalmente si stanno evolvendo nel corso degli anni e stanno dando ottimi risultati».
Territorio in cerca di identità
Nel complesso, Pugliese ricorda che il Crotonese ancora «non ha trovato la sua identità da quando sono state chiuse le grandi fabbriche. Da allora, non è mai stato individuato un vero piano industriale di riconversione del territorio. Non si è mai stati capaci di ragionare tutti insieme sulle potenzialità territoriali e adeguare, di conseguenza, gli strumenti di intervento alla propensione naturale».
Per questo, la Camera di commercio sta cercando di avviare una «sinergia istituzionale appropriata rispetto ai ragionamenti da fare e alle attività da mettere in campo per dare delle risposte concrete al territorio su lavoro, occupazione, infrastrutture. Bisogna far tornare la Calabria e il Crotonese al centro dell’agenda politica nazionale».
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