VIDEO | Lo storico bar Alexander si è trasferito nel centro storico ed ha aperto i battenti qualche giorno prima del lockdown di Natale. Il giovane proprietario ha voluto dare un segnale di fiducia pur non nascondendo le preoccupazioni per il futuro
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Per qualcuno potrebbe sembrare una follia, per altri un atto di coraggio, ma per lui è solo «un gesto d’amore» per il suo lavoro e per la sua città. Domenico Federico ha deciso di riaprire il locale di famiglia, l’Alexander, in piena pandemia da Covid-19. Lo storico bar di Crotone, attivo dal 1991, ha cambiato location, trasferendosi nel centro storico, e ha festeggiato l’inaugurazione pochi giorni fa, sabato 19 dicembre.
Un segno di speranza
Riavviare un’attività durante un periodo così difficile, con il lockdwon a singhiozzo che caratterizzerà le imminenti festività natalizie, potrebbe sembrare da incoscienti. Non per Domenico: «Per me che sono cresciuto dietro al banco di un bar, era impossibile indugiare oltre. Si trattava della rinascita del locale che mi ha visto nascere e crescere». E poi, riaprire l’Alexander, gli è sembrata anche un’occasione per dare «un segnale di speranza ai nostri concittadini: pian piano, rispettando tutte le regole anti-Covid, torneremo alla normalità».
Le nuove regole
E l’inizio, nonostante la chiusura anticipata alle 18:00, sembrava promettente. I clienti, soprattutto quelli più affezionati, non sono mancati in questi giorni e altri, magari, ne sarebbero arrivati durante le festività, con il rientro di studenti e lavoratori fuori sede. Poi, però, è arrivato il Decreto Natale, che ha istituito la zona rossa e la zona arancione tra il 24 dicembre e il 6 gennaio 2021: la pianificazione dell’attività è saltata. «Quando abbiamo saputo che saremmo entrati in zona gialla – ci racconta - abbiamo ordinato merce e ora ce la ritroviamo, si spera, per gennaio».
Difficoltà e preoccupazioni
Domenico, come tanti altri suoi colleghi, non nasconde le difficoltà, dunque, ma vuole essere ottimista, continuando a vedere il bicchiere mezzo pieno: «Certo, non è facile sostenere questi costi e le preoccupazioni sono tante, ma sono ben sovrastate dal piacere di essere tornati a lavorare».