VIDEO | Posteraro replica al primo cittadino Caruso: «Spero non sia un disegno preordinato per portare l'azienda di trasporto pubblico al fallimento»
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Si arricchisce di un nuovo capitolo la vicenda della crisi Amaco, dopo la conferenza stampa al vetriolo condotta ieri, primo dicembre, a Palazzo dei Bruzi dal sindaco Franz Caruso. Questa mattina nessun incaricato del Comune di Cosenza si è presentato nell'assemblea convocata per la sostituzione dell'amministratore dimissionario Paolo Posteraro il quale, di fatto, rimane ancora in carica in attesa che venga disposta la nomina di un amministratore giudiziario.
Colpa del Comune
Caustico il commento dello stesso Posteraro che già all'indomani delle sue dimissioni «presentate - ci tiene a ribadire - prima che arrivasse l'istanza di fallimento», aveva attribuito proprio al Comune le responsabilità della crisi determinata «dalla mancata ricapitalizzazione del socio unico dopo che lo stesso socio ci ha chiesto di stralciare debiti maturati nei nostri confronti per circa due milioni di euro. Da quel momento il sindaco ha mandato deserte dieci assemblee facendoci pure spendere inutilmente i soldi per il notaio».
Sostituzione mancata
«Inoltre in qualità di amministratore di Amaco - insiste Posteraro - ho presentato due piani industriali, uno redatto prima di conoscere alcune informazioni dal Comune, quindi più scarno ma non di quattro pagine come affermato dal sindaco che forse ha qualche difficoltà nei conteggi, un altro più corposo ma anche questo respinto. Pensavo che il problema fossi io e mi sono fatto da parte. Invece ho scoperto che il sindaco mi ritiene il miglior amministratore possibile visto che in questa fase così delicata rinuncia alla nomina del mio sostituto».
L'Amaco non è insolvente
Mentre infuria la polemica il tribunale ha fissato per il 5 gennaio l'udienza in cui si discuterà dello stato di insolvenza dell'azienda di trasporto pubblico. In apprensione il personale «per il quale sono fortemente preoccupato - dice ancora Posteraro - Spero che dietro questa vicenda non vi sia una precisa volontà di condannare a morte l'Amaco senza un motivo. Perché non è insolvente, è in difficoltà per il costo del metano come tutti gli italiani. Ha chiuso il bilancio in attivo per tre anni e solo l'ultimo in perdita per scelta del Comune. Non voglio credere all'ipotesi che questa scelta fosse preordinata per portare l'azienda verso il fallimento».