Cirò Marina ribadisce il secco no alle mafie

Il paese nel crotonese è stato al centro dell'iniziativa sulla legalità organizzata dalla Cgil: non a caso è stato scelto poiché tristemente protagonista dell'operazione “Stige” portata a termine lo scorso gennaio

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di Giuseppe Laratta
12 luglio 2018
21:08

Una giornata importante quella che si è tenuta a Cirò Marina, comune nel crotonese, che ha ospitato l'iniziativa della Cgil contro le mafie: al teatro Alikia si sono ritrovati istituzioni, sindacalisti, iscritti e semplici cittadini per affrontare una tematica molto importante e che vede da vicino il paese ciromarinense, al centro lo scorso gennaio dell'operazione “Stige” contro la cosca Farao-Marincola e tutte le ramificazioni sul territorio italiano. Un secco no al malaffare e a tutti i suoi tentacoli: è questo il grido alzatosi, grazie anche ai prestigiosi interventi che si sono susseguiti per tutta la giornata. Hanno relazionato il segretario della Cgil di Crotone Raffale Falbo, il commissario del Comune ciromarinense e prefetto di Vibo Valentia Giuseppe Gualtieri, il prefetto di Crotone Cosima Di Stani, il segretario generale della Cgil dell'Emilia Romagna Luigi Giove, il segretario calabrese Angelo Sposato, il coordinatore regionale di Libera don Ennio Stamile, il giornalista e membro della Fnsi Michele Albanese, il presidente di Avviso Pubblico Roberto Montà, il presidente della Commissione regionale contro la 'ndrangheta Arturo Bova, il presidente della Commissione Nazionale Antimafia Rosy Bindi, e il segretario generale della Cgil Susanna Camusso.

«Organizzare il lavoro è una forma di legalità – ha dichiarato alla stampa la Camusso – perchè non a caso le mafie sfruttano tutte le forme di irregolarità del lavoro, la legalità degli investimenti che determina di evitare le infiltrazioni mafiose, fino a essere concretamente a supporto della magistratura laddove si individuano delle cose piuttosto nella costituzione di parti civili quando ci sono i processi». Sul Decreto Dignità il segretario ha dichiarato: «vorremmo vedere qual è il Decreto Dignità perchè, dopo una prima bozza, non abbiamo avuto notizie, periodicamente leggiamo che ci saranno altre materie. Confermiamo che è importante intervenire rispetto ai contratti a termine, così come è importante intervenire sui licenziamenti; non c'è la re-introduzione dell'articolo 18 che i Cinque Stelle avevano tanto vantato durante la campagna elettorale, e anche sui contratti a termine si poteva avere più certezze». In merito a questo decreto, alla Camusso è stata fatta presente la situazione delicata che stanno attraversando alcuni lavoratori della Abramo Customer Care di Crotone che a settembre non vedranno rinnovati i contratti, ha dichiarato: «chi annuncia licenziamenti basati su questo fa una pura operazione strumentale. Trovo questa campagna che stanno facendo gli imprenditori insopportabile, segno che lavorano contro la stabilità del lavoro».


«Abbiamo voluto focalizzare un tema importante che è quello del contrasto alle mafie e a ogni forma di sfruttamento – ha dichiarato il segretario calabrese Sposato – sappiamo quanto produce nell'economia l'invasività criminale, soprattutto in un ragionamento che non riguarda solo la Calabria ma tutto il Paese. Noi partiamo da Cirò proprio perchè da qui è nata l'inchiesta “Stige”, e abbiamo annunciato la volontà di costituirci parte civile qualora si avviasse il processo, poiché l'economia criminale è un freno allo sviluppo, al lavoro: se si combatte insieme, riusciamo anche a liberare la Calabria dalle mafie».

«E' molto importante e significativa questa manifestazione di oggi – ha dichiarato la presidente Bindi – anche perchè ha creato un ponte tra l'Emilia Romagna buona e la Calabria buona, così come la 'ndrangheta aveva creato relazioni tra la Calabria cattiva e l'Emilia Romagna cattiva, e siccome noi pensiamo che i calabresi e gli emiliano romagnoli buoni siano di più, è bene che quella coscienza di cittadinanza che sappiamo essere forte nella stragrande maggioranza reagisca e crei sodalizi virtuosi per rispondere a sodalizi cattivi che hanno creato le mafie».

Giornalista
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