In linea con tutte le marinerie italiane, anche quella corposa di Schiavonea ha deciso di incrociare le braccia. I pescatori sono esasperati dalla condizione di crisi aggravate dalla guerra e in particolare del caro gasolio e dell’aumento delle materie prime. Un pieno di carburante corrisponde a circa 800 euro, e le spese superano decisamente le entrate.

Lo sciopero potrebbe proseguire per più giorni se non arriveranno notizie circa la necessità di riconoscere un bonus a una categoria oggi in ginocchio. La decisione di raccogliersi in protesta segue le direttive nazionali dell’Associazione produttori Pesca che ha deliberato per lo sciopero nel corso dell’assemblea tenuta a Civitanova Marche. Su posto si è portata la senatrice Rosa Abate che ha già segnalato al sottosegretario del ministero dell’Agricoltura la drammatica situazione.

«Sto sostenendo da sempre le loro richieste perché la situazione è diventata totalmente insostenibile e le spese stanno di gran lunga superando i guadagni che i marinai di Schiavonea riescono a sostenere. Porterò anche stavolta la voce dei pescatori al Governo e in Commissione Agricoltura al Senato perché si prendano al più presto provvedimenti altrimenti si rischia il blocco del settore ittico, fondamentale per tutta l’economia della Sibaritide».