I lavoratori da dicembre non percepiscono lo stipendio, mentre si resta in attesa della relazione dei commissari giudiziali che dovrà chiarire se vi sono reali possibilità di proseguire nell'attività
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Si fa sempre più complicata la situazione dei 1500 lavoratori coinvolti nella vertenza dell'Abramo Customer Care, impiegati tra le sedi di Crotone, Montaldo Uffugo e Catanzaro, che già dallo scorso mese di dicembre non percepiscono lo stipendio. Dopo la dichiarazione di insolvenza dell'azienda depositata lo scorso 27 gennaio dal Tribunale di Roma, al quale la proprietà si era rivolta per ottenere un concordato preventivo e scongiurare il fallimento, la situazione dei lavoratori si è ulteriormente impantanata.
In attesa della relazione dei commissari giudiziali nominati dallo stesso tribunale fallimentare che dovrà stabilire se vi sono reali possibilità di proseguire nell'attività considerato che avrebbero già accertato debiti per 140 milioni di euro, il pagamento delle spettanze arretrate resta legato alla riscossione di ingenti crediti vantati dall'azienda verso i committenti, ma quei crediti non sono esigibili dal momento che Abramo ha il Durc negativo non essendo in regola con le scadenze contributive e fiscali.
E in ogni caso resta la totale incertezza sul futuro occupazionale dei 1.500 dipendenti ai quali bisogna sommare i cosiddetti Lap, lavoratori a progetto ai quali di volta in volta sono stati rinnovati i contratti in scadenza e che ora sono rimasti privi di qualsiasi tutela legale.
Per questo proprio i Lap già nella mattinata di ieri hanno protestato davanti all'azienda di Crotone, in polemica anche con le organizzazioni sindacali dalle quali non si sentono rappresentati e contemporaneamente gli stessi sindacati di categoria hanno tenuto un’assemblea con i lavoratori.
Per oggi, invece, è in programma un sit in di protesta davanti al Tribunale fallimentare di Roma dei dipendenti delle varie sedi calabresi mentre per giovedì prossimo i sindacati hanno indetto uno sciopero per l'intero turno di lavoro con sit-in davanti alle prefetture di Catanzaro, Cosenza e Crotone.
Allo sciopero hanno già aderito Confcommercio e Confesercenti di Crotone che giovedì terranno abbassate le serrande dei negozi, così come l'amministrazione comunale di Crotone ritenendo che sia un «dovere morale essere vicini ai lavoratori» poiché – afferma il sindaco Enzo Voce - quello che stanno vivendo insieme alle loro famiglie «investe ciascuno di noi, investe l’intera comunità, indipendentemente dal ruolo che siamo chiamati a ricoprire».
Sulla stessa scia il presidente della Provincia di Crotone, Sergio Ferrari, che, insieme ad altri consiglieri provinciali, ha incontrato una delegazione di lavoratori dell'Abramo customer care.
«Bisogna lavorare affinché la vertenza Abramo non sia l’ennesima crisi aziendale da imputare alla crisi economica, da accettare ed archiviare, bisogna operare affinché si scongiuri, un collasso economico e sociale per un intero territorio» ha detto in proposito Ferrari non nascondendo che «la situazione è grave e complessa e richiede attenzione e unità di intenti, con un coinvolgimento delle rappresentanze istituzionali ad ogni livello».
Il presidente della Provincia ha spiegato che «i commissari giudiziali in questa fase stanno facendo il loro lavoro e fondamentale è la relazione che sarà presentata il 26 febbraio, perché da quella data ed in base al contenuto della relazione sarà possibile avere contezza delle reali condizioni finanziarie e dei percorsi che potranno e dovranno essere intrapresi».
«L’obiettivo – a detta di Ferrari - deve essere duplice, puntare alla regolarizzazione degli emolumenti con il recupero anche del pregresso, ma bisognerà puntare anche alla continuità lavorativa, ed è per questo che sarà fondamentale essere presenti al tavolo del Mise. Sarà lì che i rappresentanti istituzionali, compresa la Provincia di Crotone, dovranno farsi portavoce delle istanze del territorio ed adoperarsi affinché non un solo posto di lavoro vada perso. Non dovrà esser consentito a nessuno - ha ammonito Ferrari - girarsi dall’altra parte, la questione riguarda tutti noi, tutti parimenti coinvolti».
Al presidente della Provincia, i dipendenti dell’Abramo customer care hanno illustrato senza riserve le enormi difficoltà che sono chiamati ad affrontare da circa due anni, e che in questo inizio di 2022 sono state aggravate dalla mancanza di stipendio. La mancanza di liquidità ha creato e sta creando disagi e in molti casi generato situazioni drammatiche: rate di mutuo saltate, locazioni che non possono essere pagate, utenze che rimangono sospese. Solidarietà ai lavoratori anche da parte del consorzio Jobel.
«Dinanzi alla triste vicenda che sta mettendo a repentaglio il futuro di migliaia di lavoratori della Abramo Customer Care, rischiando di rivelarsi una disfatta economica per la città pitagorica, e non solo, il Consorzio Jobel - spiega un comunicato - sente la necessità di manifestare la propria solidarietà. Pertanto, tutti i soci del consorzio di cooperative sociali, giovedì 24 febbraio, scenderanno in piazza e parteciperanno al sit in per rivendicare il diritto al lavoro, in un territorio in cui l’Abramo Customer Care ha rappresentato un faro per tante famiglie e spegnerlo significherebbe gettare nel buio l’intera città di Crotone».