Sarebbe la mala burocrazia la causa, secondo l’Ance Calabria, del vertiginoso crollo degli appalti pubblici nella punta dello Stivale. Un’analisi, quella fornita dall’osservatorio Cresme Europa Servizi, da fare accapponare la pelle e che vede la Calabria perdere il 66 per cento degli appalti pubblici nel primo semestre del 2015 e passare da oltre un miliardo di euro di euro ad appena 359 milioni. Un vero e proprio tonfo quello fatto dalla nostra regione e che sarebbe legato a molteplici aspetti.
Secondo Francesco Berna, presidente di Ance Calabria, due sarebbero i fattori fondamentali all’origine del tracollo. Da un lato, la mancanza di finanziamenti e di progettualità e, per altro verso, la completa inadeguatezza delle stazioni appaltanti. Un giudizio stringato ma pesante quello del presidente dell’Ance, secondo cui «tutto ciò deve spingere verso soluzioni immediate e interventi mirati per cercare di rendere finalmente efficiente il sistema degli appalti in una regione come la Calabria che dimostra, purtroppo, di essere il fanalino di coda all’interno del sistema Paese».
E poi l’appello al nuovo assessore regionale affinché sia interprete di queste istanze e apra un confronto a tutto campo.