Bandiere blu, il Codacons vuole vederci chiaro

L’associazione dei consumatori ha presentato istanza di accesso per conoscere i criteri e le verifiche effettuate sulle spiagge premiate
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di Redazione
9 maggio 2018
15:58

Non si placano le polemiche sulle Bandiere blu, recentemente assegnate dalla Fee, l’organo che si occupa del controllo delle candidature e della successiva consegna dei riconoscimenti.
Il Codacons ha presentato oggi una istanza di accesso alla stessa Fee Italia, succursale della “Foundation for Environmental Education”.
«Abbiamo deciso di vederci chiaro sulla distribuzione dei vessilli - spiega Francesco Di Lieto, vicepresidente nazionale del Codacons - anche alla luce di alcune proteste ricevute».


L’associazione dei consumatori ha chiesto a Fee Italia di «documentare e rendere pubbliche tutte le verifiche eseguite per accertare la qualità delle acque ed i prelievi e le analisi effettuate per ognuna delle 368 spiagge “più belle d’Italia”».
Ma non solo, Di Lieto fa sapere di aver richiesto l’accesso alle «verifiche effettuate circa l’effettiva pulizia delle spiagge, la tutela degli ecosistemi marini, le verifiche sulla presenza dei cestini per la raccolta differenziata per i rifiuti “regolarmente mantenuti in ordine”, la presenza di servizi igienici con smaltimento controllato delle acque reflue, le verifiche effettuate circa il divieto di ogni tipo di discarica, il continuo monitoraggio degli habitat marini e lacustri; l’esistenza di piani di emergenza per la sicurezza ambientale, fino alla presenza di una fonte di acqua potabile sulle spiagge».



Di Lieto ha inoltre definito «davvero singolare» il fatto che «in alcune località non vi sia acqua potabile neppure aprendo i rubinetti quando, poi, quelle stesse località risulterebbero essere talmente fortunate da avere una fonte d’acqua potabile addirittura sulla spiaggia».
Per i motivi esposti, il Codacons «vuole conoscere, non solo ai sensi della legge 241/90 ma anche della Direttiva 2003/4/CE in materia di “informazione ambientale”, tutti i criteri di selezione e tutte le verifiche propedeutiche all’assegnazione del prestigioso riconoscimento».
«Qualora non dovessimo avere risposte all’istanza d’accesso – ha concluso Di Lieto -, non esiteremo a presentare un esposto in Procura, per tutelare i consumatori e provvederemo a richiedere i danni laddove i requisiti previsti per l’assegnazione non dovessero effettivamente sussistere».

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