Settore agricolo sempre più a rischio. Forte è la battuta d’arresto a causa della pandemia. Si toccano punte fino all’80% di abbattimento dei fatturati e qualche azienda minaccia persino la chiusura delle attività se non ci sarà un’inversione di tendenza e il sostegno dello Stato. La drammatica situazione è stata denunciata dal coordinatore regionale dell’Unione coltivatori italiani Gaetano Ferraro a margine di un incontro in cui si è discusso della nuova politica agricola comune.

«Veniamo dalla pandemia e da una campagna, quella dello scorso anno, che ha determinato una crisi epocale. Il settore più colpito è stato quello dell’olivicoltura, ma le lamentele sono pervenute anche nei comparti agrumicoli e ortofrutticoli. Ormai i costi di produzione sono altissimi, continua Ferraro, e non riusciamo più a competere con le altre nazioni che importano prodotti non di qualità a costi inferiori ai nostri». L’imprenditore si abbandona a dichiarazioni sconfortanti: «In molti siamo ricorsi a mutui e prestiti. Quest’anno è una nuova sfida, non credo che riusciremo a chiudere l’indebitamento delle ultime due annate. Per quest’anno, personalmente, riesco a far fronte ai costi di produzione ma l’anno prossimo se non avrò delle entrate certe la mia azienda dovrò cederla».

Nei giorni scorsi si è tenuto un incontro a Rossano sulla nuova politica agricola comune per la Sibaritide al quale ha preso parte il presidente nazionale dell’Uci Mario Serpillo, Antonio Stea (area tecnica Uci), il sindaco di Corigliano Rossano Flavio Stasi e Antonio Astorino, responsabile zonale dell’Uci. 

Durante l’incontro è intervenuto telefonicamente l’assessore regionale all’Agricoltura Gianluca Gallo che ha illustrato gli interventi posti in essere dal governo Occhiuto, invitato i produttori a guardare con molta attenzione all’associazionismo e, allo stato tempo, ha rimarcato l’importanza della formazione e dell’informazione. Infine ha comunicato l’avvio di nuovi bandi per dare sostegno alle imprese.

Il presidente Serpillo ha sottolineato l’importanza delle aree interne rurali in via di spopolamento, la sovranità alimentare e il necessario ricambio generazionale nelle aziende. Ha poi fatto riferimento alla problematica del dissesto idrogeologico e alla siccità.

«Molto c’è nella Pac, qualche segnale positivo si riscontra nelle politiche a favore dei giovani». Il responsabile Stea ha illustrato i benefici della Pac che fonda su «tre pilastri: economico, ambientale e sociale». La novità più importante consiste nei pagamenti accoppiati dove per gli agrumi sono previsti specifici fondi al fine di favorire le politiche aggregative. La mission, tuttavia, rimane la volontà di incentivare le forme di cooperazione di filiera e anche intersettoriale. Per il sindaco Stasi è importante confrontarsi tra i vari protagonisti in campo: «Si entra nella nuova Pac con riferimenti diversi rispetto al passato, più aderenti al territorio al cospetto di una politica comunitaria che non è stata, quasi mai, vicina ai nostri territori»