I temi dell’Autonomia Differenziata, nella manifestazione di piazza organizzata da Cgil e Uil a Cosenza, si intrecciano con le politiche per il Mezzogiorno «ferme al palo» dicono gli esponenti dei due sindacati e quindi incapaci di dare slancio allo sviluppo delle regioni del Sud ancora arretrate sotto il profilo della dotazione infrastrutturale, dei livelli occupazionali e della ricchezza procapite. È in questo contesto che si innesta la protesta contro la riforma Calderoli.

Superare i divari infrastrutturali

«Bisogna superare i divari prima di parlare di riforme costituzionali che spaccano il Paese – dice Angelo Sposato, segretario generale Cgil Calabria –  Il Mezzogiorno è sparito dall’agenda politica del Governo. Si parla solo di un ponte sospeso sul niente. Per riavviare la nostra economica invece servono investimenti concreti. Abbiamo le Zone Economiche Speciali, il porto di Gioia Tauro, i retroporti. Lì bisogna portare anche le grandi partecipate pubbliche per realizzare un grande piano utile a superare il gap che ancora separa nord e Sud e che il ddl Calderoli certamente contribuirà ad accentuare».

Interessi della collettività prevalenti a quelli di partito

«L’Autonomia Differenziata è una boiata, anzi una porcata in perfetto stile Calderoli». Non ci va troppo per il sottile il segretario generale Uil della Calabria Santo Biondo nel bollare la riforma del ministro leghista  condotta sulla base del dettato costituzionale del Titolo V che consentirebbe alle Regioni di chiedere il trasferimento di specifiche competenze dallo Stato su materie quali la sanità, le politiche industriali ed energetiche, la scuola, con una conseguente disparità normativa e pure di destinazione delle risorse tra i singoli territori. Per evitare le diseguaglianze, con cittadini di serie A e di serie B sulla base della loro residenza, il Governo dovrebbe attivare i LEP i Livelli Essenziali delle Prestazioni. Ovvero quei parametri minimi di servizi pubblici da garantire in ogni area del Paese. «Noi su questo vogliamo discutere perché il progetto Calderoli se realizzato spaccherà l’Italia con gravi conseguenze per le regioni del Sud dove il gap infrastutturale e sociale è ancora ampio - ha detto Biondo -  Bisogna allora concentrarsi sulla riduzione del divario tra territori. Serve anche una maggiore informazione facendo capire che il progetto dell’autonomia differenziata è sbagliato e non mette risorse disponibili per garantire i LEP, pretendendo di drenare anzi quelle dei fondi di coesione e del Pnrr». Intanto però la Regione Calabria è tra i sostenitori del progetto: «A Roberto Occhiuto dico che all’interesse di partito - afferma il segretario Uil - bisogna anteporre quello della collettività. Il presidente dovrebbe alzare la testa di fronte ad un governo nazionale tra i più antimeridionalisti che si sia mai conosciuto».