Dall’arte della pasticceria all’accoglienza in cucina: gli artigiani e gli imprenditori del territorio aprono le loro porte ai ragazzi autistici, dimostrando che il lavoro può essere una leva di crescita e integrazione
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L’inclusione non è solo un concetto astratto, ma una realtà che prende forma grazie a chi sceglie di trasformare il proprio lavoro in un ponte tra mondi diversi. AUTentico Legame, l’iniziativa promossa dalla Fondazione Antonino Scopelliti, ha dimostrato che lavoro, formazione e passione possono diventare strumenti potenti per abbattere le barriere dell’autismo, restituendo dignità e prospettive ai ragazzi e alle loro famiglie.
Tre giorni di eventi, incontri, esperienze sensoriali e soprattutto testimonianze concrete di chi ha deciso di aprire le proprie porte all’inclusione. Il network LaC e il Gruppo editoriale Diemmecom hanno raccolto le voci di chi ha deciso di impegnarsi, amplificando le voci di imprenditori, pasticceri, chef e artigiani che hanno fatto dell’accoglienza un valore quotidiano.
Il lavoro come strumento di inclusione
Non si tratta solo di un gesto simbolico, ma di un vero e proprio cambio di paradigma. Chef Filippo Cogliandro, da sempre sensibile ai temi sociali, ha abbracciato il progetto con convinzione. «L'autentico legame che mi ha portato oggi qui è l'abbracciare questo progetto, un progetto molto sensibile che permette all'autismo di entrare nel nostro territorio per essere conosciuto. Questo è un modo positivo e piacevole di aprirlo alla collettività. Se è vero – ed è vero – che la cucina è arte, lo è anche l'accoglienza. L'accoglienza riesce a mettere lo spirito, l’animo e la mente delle persone in una condizione di serenità. Tutto questo darsi agli altri farà sì che possiamo vivere ogni giorno una realtà del nostro territorio che vuole dedicarsi ai più bisognosi».
Tra le realtà più coinvolte nell’iniziativa, la pasticceria ha avuto un ruolo centrale. Angelo Musolino, presidente di Conpait, ha sottolineato come l’arte della pasticceria possa diventare un mezzo di inclusione. «La pasticceria è un'arte che richiede precisione, passione e dedizione. Crediamo fermamente che questi valori possano essere condivisi con questi ragazzi, offrendo loro opportunità concrete di formazione e inserimento nel mondo del lavoro. Possiamo e dobbiamo coinvolgerli nel mondo del lavoro, facendogli vivere il laboratorio di pasticceria come fosse un gioco. Perché anche per me, fare questo lavoro è come un gioco. È divertente, creativo e mi rende sereno. Così, sono certo che anche loro potranno esprimere le loro straordinarie capacità, trovando nella pasticceria uno spazio di espressione e di crescita, senza mai sentirsi esclusi».
Oltre il presente
Uno dei temi più delicati e sentiti dalle famiglie di ragazzi autistici è quello del dopo di noi: cosa ne sarà di loro quando i genitori non ci saranno più? Come potranno vivere in autonomia? «Bisogna creare le condizioni affinché queste famiglie possano vivere con serenità anche pensando al futuro». Una questione cruciale, che Antonello Fragomeni, presidente di Apar, ha voluto affrontare con sensibilità.
«AUTentico Legame, insieme alla Fondazione Scopelliti, ha voluto fortemente sostenere un futuro per questi ragazzi – ha proseguito Fragomeni - un futuro fatto di dignità, lavoro e rispetto reciproco. Abbiamo ascoltato le testimonianze dirette di chi ha già intrapreso questo percorso. PizzaAut ne è un esempio concreto: abbiamo avuto Beatrice con noi, una delle ragazze che vi lavorano, e ci ha raccontato la sua straordinaria esperienza, proprio dal suo punto di vista di ragazza autistica. Lei ci ha dimostrato che è possibile. Con la giusta formazione, con il supporto delle scuole e degli enti preposti, si può dare loro una possibilità di crescita e una reale dignità lavorativa».
Un modello per il futuro
AUTentico Legame ha dimostrato in ogni campo come possa essere un vero e proprio modello di inclusione concreta. La tre giorni ha dimostrato che è possibile costruire percorsi sostenibili per integrare i ragazzi autistici nel mondo del lavoro, senza retorica e senza assistenzialismo, ma con azioni tangibili e strutturate.
Perché l’inclusione non deve essere un'eccezione, ma una regola. Un’opportunità per tutti, senza barriere, senza esclusioni, con la consapevolezza che il lavoro è dignità, è rispetto, è futuro.