Il settore Funzione pubblica del sindacato interviene nelle polemiche sulle stabilizzazioni avviate dalla Giunta chiedendo la revoca della delibera che approva il piano del fabbisogno di personale
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Convulse e pasticciate. Sono questi i due termini impiegati dai segretari della Funzione Pubblica della Cgil per descrivere il valzer di delibere che da luglio ad oggi si stanno susseguendo nel tentativo, ancora vano, di adottare il piano dei fabbisogni di personale 2019/2020, quello stesso piano varato a luglio dalla giunta regionale ma ritoccato in almeno due occasioni "naturalmente senza aver pubblicato ancora alcun allegato" ammonisce la sigla sindacale. Ed è infatti solo attraverso una nota interna redatta dal dipartimento Organizzazione e Risorse Umane della Regione che si è riusciti finalmente ad avere ragione su cifre e professionisti che hanno avuto accesso alle procedure di stabilizzazione avviate in Cittadella. «L'inadeguatezza di tale delibera è sotto gli occhi di tutti», incalzano il segretario aziendale Ferdinando Schipano e la segretaria provinciale Alessandra Baldari nella nota trasmessa al presidente della Giunta Mario Oliverio e al dirigente del dipartimento Risorse Umane Bruno Zito. «In particolare, la stabilizzazione sia ai sensi del comma 1 che del comma 2 dell'art 20 della legge Madia, senza neppure aver mai istruito e completato il censimento sul precariato presso la Giunta regionale; le inutili, oltre che onerose previsioni assunzionali nella dirigenza e le irrisorie possibilità per progressioni di carriera del personale interno, ne dimostrano i limiti evidenti. Tanto per essere chiari - proseguono i due sindacalisti - noi non siamo contro l’abbattimento del precariato nella pubblica amministrazione, tutt'altro, riteniamo, tuttavia, che la stabilizzazione del personale non può essere usata come una clava in piena campagna elettorale, senza nessuna distinzione tra percorsi diversi e senza alcun paletto, mortificando, tra l’altro, come già detto, il personale interno. Noi chiedevamo una valutazione approfondita del potenziale impatto delle misure da adottare ed esprimere osservazioni ed eventuali proposte. Avete ritenuto inutile il nostro contributo, dimostrando la scarsa propensione al confronto. Produrre ed approvare atti di così grande impatto e non sentire il dovere di aprire un attento ed approfondito confronto con le rappresentanze sindacali non vi fa certo onore e vi costringe verso l'isolamento più assoluto». La Funzione Pubblica della Cgil ha quindi chiesto l'annullamento della delibera e l'apertura di un confronto sindacale.
Luana Costa