Si chiama DanceAbility e nel Sud Italia pochi sanno cosa sia nonostante all’estero sia qualcosa di diffuso e conosciuto, nota per i suoi enormi benefici a livello psicologico e fisico. Ora la DanceAbility è approdata a Lamezia Terme grazie alla giovane insegnante Eva Romano, riuscendo in breve tempo ad attirare un folto gruppo di “danzatori”. La DanceAbility è la danza dell’inclusione, un modo di danzare finalizzato all’integrazione e all’interazione, nel rispetto dei propri limiti, delle persone con disabilità psichica e fisica e normodotate. Un’inclusione totale che comprende anche l’abbraccio tra fasce d’età molto distanti. Bambini, adolescenti, adulti, anziani, tutti coinvolti in un’esperienza sensoriale e non solo.

 

«È la danza dell’improvvisazione e del contatto – spiega Eva Romano – con la danza contemporanea diamo spazio all’emozione, all’empatia. E, per la prima volta per alcuni, si può scegliere, eliminando ogni tipo di barriera. Sono loro a scegliere cosa fare o non fare». Danzare, insomma, nel rispetto dei propri limiti e allo stesso tempo mettendoli da parte, perché nella DanceAbility nessuno rimane escluso.

 

Si risveglia così l’armonia interiore, spesso schiacciata dai timori o dalle paure, si riscopre la naturalezza del contatto con l’altro (mai obbligatorio), aumenta l’autostima, ci si sente parte di un tutto. Un tutto che crea armoniche immagini e coreografie in cui diventa impossibile determinare chi sia il disabile e chi no. «E’ un progetto in cui credo – spiega Antonio Carchidi, presenza fissa del corso e affetto da tetraparesi spastica destra – non sono mai stato chiuso in casa né miei genitori mi hanno costretto a starci. Sento che la disabilità mi ha fortificato, ecco perché con la DanceAbility mi sembra di giocare in casa».

 

«La DanceAbility mi fa stare bene e mi rilassa – ci dice invece Irene Buonantuono- non è solo una danza per disabili ma anche per normodotati».

 

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