«Trasformare l’area industriale di Gioia Tauro in una “silicon valley” calabrese. Potrebbe essere questa una chiave di sviluppo determinante per un’area che non ha ancora pienamente espresso le sue reali potenzialità». Lo ha dichiarato il segretario generale della Uil Calabria Santo Biondo.

«Come fare? Presto detto: utilizzando i fondi messi a disposizione dall’Europa per la produzione di semiconduttori, in particolare di quei microchip fondamentali per diversi settori economici – spiega Biondo - L’area industriale, il porto di Gioia Tauro con la sua apertura strategica sul Mediterraneo, la Zona economica speciale potrebbero essere tre punte di diamante in un’ottica di sviluppo legata alla produzione e commercializzazione di semiconduttori».

«L’Europa ha presentato il suo piano per potenziare la produzione di microchip e si propone di investire 15 miliardi di euro».

«In questo modo la Commissione, come sostenuto dalla presidente Ursula von der Leyen, “vuole raggiungere il 20 per cento di produzione globale entro il 2030: una sfida importante, che richiederà di quadruplicare il volume di produzione visto che nello stesso periodo il mercato globale dei semiconduttori è previsto raddoppiare».

«Promuovere Gioia Tauro per intercettare una parte di questo imponente finanziamento, rendendo questo intervento complementare rispetto a quelli già in atto sull’area, potrebbe rappresentare una sfida per la classe dirigente calabrese».