“Lavoro e dignità”: è stato questo lo slogan che ha scandito la manifestazione dei lavoratori della Abramo Customer Care, che questa mattina hanno raggiunto il Centro Tim di Catanzaro, con un corteo che ha raggruppato e riunificato tre gruppi di lavoratori partiti dalle sedi di Settingiano, Crotone e Montalto Uffugo.

La mobilitazione, alla quale hanno partecipato circa 400 dei mille lavoratori della Abramo Customer Care, è stata promossa da Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil e Ugl Telecomunicazioni per richiamare l'attenzione anzitutto delle istituzioni, a partire dal governo, e poi della Tim sul concreto rischio che oltre mille lavoratori calabresi restino disoccupati a causa della crisi complessiva del settore dei call center e della fine delle commesse per la Abramo Customer Care.

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A fine giugno infatti scade anche l'ultima proroga del contratto con la Tim e dunque il futuro per i lavoratori è pieno di incertezze. I sindacati hanno ribadito la necessità e l'urgenza della convocazione, da parte del governo, e specificatamente del ministero delle Imprese e del Made in Italy, di un tavolo nazionale aperto a tutte le parti per trovare una soluzione, considerando che - è stato rimarcato dai dirigenti sindacali - «il progetto della Regione di una ricollocazione dei lavoratori attraverso una loro riqualificazione sul piano della digitalizzazione è sicuramente interessante ma non è realizzabile a breve termine».

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A chiedere l'urgente convocazione del tavolo nazionale, nei giorni scorsi, sono stati anche, tra gli altri, anche i leader di Cgil. Cisl e Uil Maurizio Landini, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri. Al presidio al Centro Tim del capoluogo calabrese hanno portato la loro solidarietà anche il sindaco di Catanzaro, Nicola Fiorita, e il sindaco di Crotone, Vincenzo Voce.

 Per i sindacati si tratta di «una mobilitazione che continuerà per avere delle risposte dal committente che è Tim. Occorre una maggiore sensibilità da parte della politica a tutti i livelli. Roberto Occhiuto e l'assessore regionale al lavoro Giovanni Calabrese stanno seguendo la vicenda per mettere a terra una potenziale soluzione. Inevitabile che il tavolo che stiamo chiedendo al ministero sarà quello all'interno del quale si dovrà comunque trovare una soluzione per mettere al sicuro il perimetro occupazionale di mille lavoratori di questa regione che già soffre dal punto di vista del lavoro. Si parla a livello nazionale, giustamente, di vertenze che riguardano anche 100-150 persone, è preoccupante che qui ci siano mille posti di lavoro nell'incertezza e se ne parli poco».