VIDEO | Al centro della 56esima edizione le opportunità del Pnrr. Il presidente del gruppo LaC-Diemmecom Domenico Maduli: «Misure attese da anni ma molte imprese mancano di progettualità»
Tutti gli articoli di Economia e lavoro
Si è tenuta Roma, su iniziativa dell’Associazione nazionale per lo studio dei problemi del credito, la Giornata del credito. L’evento, sotto l’Alto Patrocinio della Presidenza della Repubblica, ha visto tra i suoi partner anche il gruppo LaC-Diemmecom. Al centro della 56esima edizione, le opportunità del Pnrr.
L’evento | Economia, impresa e mercati finanziari: l’incidenza del Pnrr. A Roma la 56esima Giornata del Credito
«Il risparmio – ha tenuto a precisare Ercole Pietro Pellicanò, presidente dell’Associazione nazionale studio problemi del credito - per il Paese è importantissimo, è la base. Il risparmio però rimane una cosa fredda, che non si muove. Sta lì. Per portarlo nell'economia occorre il credito ergo gli investimenti». Il contributo di Pellicanò al sodalizio, è stato sempre massimo. Adesso «abbiamo un consiglio direttivo di grandissima valenza, un comitato d’onore e una giornata affermata. Insomma, diamo un contributo».
Pnrr e imprese
Il Pnrr per le società di comunicazione è stato fruito sufficientemente? È possibile sfruttarlo? Su questo tema si è espresso Domenico Maduli, presidente del gruppo LaC-Diemmecom: «Sono misure che attendiamo da anni specialmente nei territori del Centrosud Italia e comunque si tratta di notizie sempre positive quelle di accedere a dei fondi per le imprese».
Per il presidente Maduli «il problema è la mancanza di progettualità. Molte imprese che sono proposte ad eccedere ai fondi non sono pronte con i progetti». Oltre alle risorse, era indispensabile lavorare sulla preparazione delle realtà produttive: «Il problema dell'accesso ai crediti si fa sempre più stringente e non rientra in linea con le normative europee. Le imprese devono far fronte a quello che le banche chiedono cioè la garanzia e la credibilità di poter restituire i crediti», ha poi aggiunto.
Le piccole e medie imprese
Quindi l’intervento di Enrico Giovannini, già ministro delle Infrastrutture: «L’Italia stenta a crescere perché abbiamo un problema demografico che conosciamo. Siamo un Paese che invecchia e molti dei nostri giovani in gamba, poiché li paghiamo poco, vanno all’Estero. E abbiamo una struttura delle imprese, soprattutto nel manifatturiero, basata sulle piccole imprese che da un lato sono flessibili, ma dall'altro hanno difficoltà a investire in ricerca, sviluppo. Una parte del Paese arranca perché accanto al Paese che arranca, abbiamo degli esempi nel manifatturiero e nei servizi straordinariamente positivi».