Non si arrestano le polemiche sull’elaborazione del dossier che sarebbe costato l’esclusione della città dalla competizione: «Avrei dovuto sostituirla prima»
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Si aggiunge un nuovo capitolo alla querelle sulla designazione di Procida a Capitale italiana della cultura 2022 e sull’uscita di scena di Tropea dalla competizione. Dopo le parole del sindaco, Giovanni Macrì, che aveva parlato di errori nel dossier, e la risposta della responsabile del progetto, Luisa Caronte, che aveva rimandato al mittente le accuse, arrivano oggi ulteriori chiarimenti del primo cittadino.
In un comunicato, Macrì si dice deluso dalla «dichiarazione della dottoressa Luisa Caronte, ribadendo che, «considerato il risultato raggiunto, é presumibile che siano stati fatti degli errori che tengo per me perché é corretto appalesarli nella sede opportuna, ovvero il Gruppo di lavoro per la cultura, un organo prezioso che continua a restare operativo, com’é giusto che sia per una Città dal respiro universale che non può sentirsi appagata da un’immagine prevalentemente legata al mare e al turismo estivo».
Secondo il sindaco, però, «la reazione ex abrupto della coordinatrice fa venire in mente il detto latino ”Excusatio non petita accusatio manifesta” mentre il ventilare modifiche da parte mia al lavoro svolto insieme e la mia incapacità di adempiere alle semplicissime indicazioni del bando sono accuse così sconsiderate da offendere l’intelligenza. Mi sento anche di aggiungere che scadere, in termini professionali e umani, al punto da urlare sulla piazza mediatica una maldicenza infarcita di falsità e cattiveria come questa è molto disdicevole».
Sulle accuse principali di Caronte, vale a dire la variazione del dossier di cui la stessa era responsabile, Macrì chiarisce che «è stato modificato, com’era ampiamente a conoscenza della coordinatrice stessa, solo nella parte relativa al coordinamento e alla direzione perché, diversamente da quanto da lei preteso, non abbiamo segnalato per questi compiti apicali un nominativo, ovviamente avrebbe dovuto trattarsi del suo, ma abbiamo indicato ruoli e funzioni da assegnare, in caso di vittoria, attraverso le procedure di reclutamento previste dalla legge. Evidenzio senza difficoltà, comunque, che se si fosse dovuto avanzare un nome non sarebbe stato quello della dottoressa Luisa Caronte semplicemente perché, dall’esperienza maturata, ed oggi ampiamente confermata, ho valutato che non sarebbe stata la scelta più opportuna. La criticità essenziale da me individuata già allora, é la nostra diversa visione di un piano di sviluppo della Città che per me ha come cardine la “complicità” dell’intera comunità tropeana, il protagonismo della realtà associativa cittadina e l’amore infinito per Tropea con assoluta marginalità, a differenza della dottoressa Caronte, di ogni, pur legittimo e legale, calcolo e interesse».
Il primo cittadino affonda poi il colpo nel prosieguo del comunicato: «Effettivamente – spiega Macrì -, tra le tante possibili mancanze messe in atto nell’elaborazione dell’importante documento, come umanamente sempre accade considerato che la perfezione non è di questo mondo, c’é stata da parte mia la debolezza di non procedere alla sostituzione della coordinatrice nel momento in cui ho colto o mi sono state segnalate disfunzioni non irrilevanti tra cui alcune così indecorose che al momento non mi sento di esternare solo per signorilità d’animo. Il lavoro svolto é stato realizzato in maniera assolutamente gratuita, questo lo carica di plusvalore ed io conserverò sempre sentimenti di gratitudine verso la coordinatrice, il suo collaboratore e tutti i componenti del Gruppo di Lavoro».
«La dottoressa Caronte – prosegue il comunicato - ha operato per la comunità e le sue critiche e richieste, molto più accettabili rispetto a quelle gratuite formulate da chi non ha messo un dito nell’acqua, avrebbero potuto essere discusse e considerate direttamente, senza bisogno di Pec, di messaggi da lei intercettati via whatsapp o dei “sentito dire”, questa tecnica paesana del “dico e non dico” per gettare discredito senza assumersi la responsabilità di dichiarare le fonti non fa mai onore. Non é vero, poi, che il suo ruolo fosse finito nel momento della consegna del documento, é vero piuttosto che la sua latitanza con assoluto disinteresse per le operazioni finali e per le opportune iniziative promozionali da intraprendere, nonostante le mie esplicite richieste, resta fortemente omissiva nei confronti di un compito delicato che un vero professionista cura e onora fino all’ultimo istante».
Sull’altra accusa formulata dalla Caronte, poi, il primo cittadino fa sapere che il dossier non è stato «“secretato”, semplicemente non è stato reso immediatamente pubblico, così come non sono stati presentati i progetti delle altre città concorrenti, perché abbiamo ritenuto opportuno attendere gli esiti della competizione».
In chiusura di comunicato Macrì dice di «conservare gelosamente tutte le positività dell’esperienza. Sicuramente – prosegue - Procida è risulta prima perché il suo progetto è valido, perché è piaciuto alla giuria e perché in tanti si sono spesi per sostenerlo. Traiamone esempio, facciamo gli auguri a questa bellissima isola, organizziamoci per andarla a visitare e smettiamola di elaborare paranoie che fanno male soprattutto a chi le costruisce», conclude il sindaco.