Il “bello”: un concetto intramontabile a Tropea. A distanza di trentasette anni dalla celebre estate del 1982, il tema del decoro torna di moda nella Perla del Tirreno per via di una recente ordinanza del sindaco Giovanni Macrì che vieta di girare per il centro cittadino a torso nudo, in costume o scalzi.

 

Ma cosa avvenne di preciso in quella famosa estate di quasi quarant’anni fa? Prima di Macrì, un altro primo cittadino di Tropea aveva puntato i riflettori sul tema, ma in maniera molto singolare: proprio nei giorni dell’urlo di Tardelli, Giuseppe Maria Romano, armato di fascia tricolore, emise un’ordinanza che si può riassumere più o meno così: «È severamente vietato il topless in spiaggia, tranne se il seno merita di essere mostrato» (leggi qui per approfondire).

 

Allora la notizia fece il giro dello Stivale e non solo. Come ricorda lo stesso Romano, «ci fu una mobilitazione incredibile: furono dieci giorni di fuoco durante i quali mi chiamarono le maggiori testate italiane e mondiali, ricordo che Il messaggero gli dedicò una pagina intera e anche su Le figaro e il Time trovò spazio. Tropea era sulla bocca di tutti e questo ne innalzò la visibilità e di conseguenza le presenze turistiche».

 

Una trovata di marketing geniale che però portò delle conseguenze: «Ovviamente si sollevò un gran polverone – prosegue Romano –, le femministe si indignarono, anche il “Club dei brutti” di Pesaro mi attaccò, tanto che alla fine decidemmo di sospendere l’ordinanza, ma non ci fu un atto formale in questa direzione. Una cosa però è certa: tutto era indirizzato a tutelare il “bello”», conclude Romano.

 

Quindi, a distanza di più di sette lustri, la tutela dell’estetica continua a tenere banco in un centro che di bellezza ne ha da vendere. In attesa di una decisione che potrebbe cambiare ancora una volta la sua storia: il ritiro definitivo o il ripristino dell’ordinanza anti-topless.