Don Ignazio Toraldo, parroco della Cattedrale di Tropea, illustra le attività di sostegno a favore di giovani, studenti, famiglie in difficoltà e disabili, ospitate nei locali di via Glorizio
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Nel deserto istituzionale che affligge il Vibonese, solo in parte scalfito dalla buona volontà di qualche sindaco più giovane o più entusiasta di altri, poche sono le azioni messe in campo a sostegno delle categorie deboli. Carenti, quando non assenti, gli assistentati sociali delle amministrazioni, si registra il ritorno a supporti antichi, tradizionali, usati. In poche parole, a Santa Romana Chiesa, i cui spazi, in Calabria, finiscono con il costituire uno dei principali aggregatori di servizi sociali. Un esempio calzante, è costituito dalle attività favorite e promosse, all'ombra della Cattedrale di Tropea, da don Ignazio Toraldo di Francia, figura storica della comunità religiosa, sociale, civile e culturale cittadina, parroco della Cattedrale medesima, e cappellano professo del Sovrano ordine di Malta. É lui che ci illustra le attività di sostegno del Seminario vescovile a favore di giovani e soggetti deboli. Un luogo profondamente radicato, il palazzo di Via Glorizio, caro e profondamente radicato nella società civile tropeana antica e moderna. Aule al cui interno, nei decenni, si sono alternate scuole, gruppi scout, attività assistenziali, proposte educative, opportunità ricreative. Oggi, come ieri, con decine di volontari “in servizio” ed un gruppo ancor più numeroso di soggetti beneficiati, le stanze del Seminario rappresentano l’unico centro di protezione e tutela per i bisognosi ed i giovani, su cui la città di Tropea possa fare affidamento.
I valori
È proprio don Ignazio, che all’attività diocesana affianca quella di cappellano professo dell’Ordine di Malta, ad illustrare le attività ed i principi che regolano il suo centro. «Il Seminario è aperto a tutti quelli che condividono i nostri principi, e sono tanti. Un luogo dove poter stare insieme ed operare affinché i valori che si professano vengano messi in pratica». I principi da seguire, pochi, ma fondamentali: «In una realtà piena di contraddizioni come la nostra, piena di ingiustizie e di soprusi, poter aprire ai ragazzi una realtà come questa è fondamentale. Il vivere da giusti, prima di essere predicato, deve essere sperimentato: e il nostro, è un ambiente dove si dimostra, con i fatti, che condurre una vita diversa è possibile. Solo così, solo vivendo il principio di solidarietà, mettendolo in pratica attraverso lo stare insieme in modo giusto, si portano i ragazzi a riconoscerlo, ad interiorizzarlo, farlo proprio, e riproporlo nel quotidiano. Se la solidarietà rimane astratta, se non viene sperimentata, non può essere condivisa. Rimane un concetto vuoto, privo di valore. Lo sforzo educativo deve diventare vita vissuta in prima persona: un esempio concreto. Tutte le attività ospitate nei locali del Seminario, lo rendono un laboratorio di buone pratiche. L’occasione per allontanare dalla comunità il nemico più pericoloso di tutti: l’indifferenza».
Le attività del Seminario
Ma quali sono le attività ospitate all’ombra della Cattedrale? Via Glorizio, spiega don Ignazio, ospita più gruppi. Per molte persone, rappresenta l’unica possibilità di allontanare da sé lo spettro del disagio e della solitudine. Le iniziative e i servizi offerti sono tutti mantenuti in vita grazie a donazioni private. «Voglio iniziare dal Centro di Solidarietà Don Mottola, diretto da Maria Rosaria Cortese. Un’attività storica, aperta dalla mattina alla sera, che accoglie in forma semiresidenziale 10 persone, giovani ed adulte, con disabilità fisiche ed intellettive. Il gruppo è seguito da una decina di educatori: sono loro ad animare laboratori di musica, disegno, lavori a maglia, ed attività di piccola falegnameria. Nei locali, c’è anche una cucina interna che permette agli ospiti di organizzarsi per il pranzo, e rimanere insieme tutto il giorno».
I più giovani
Il Seminario è aperto anche a bambini e adolescenti di ogni provenienza, che possono usufruire di un supporto per le lezioni scolastiche. «Il gruppo per l’aiuto allo studio impegna sei insegnanti di varie materie: l’obiettivo è ridurre il rischio della dispersione scolastica negli anni della scuola dell’obbligo. Aiutiamo bambini delle elementari e delle medie fornendo un aiuto quotidiano, e facciamo il possibile affinché portino a termine il percorso scolastico. Ad organizzare e gestire le attività, il Centro culturale “La Strada”, diretto dal dott. Giuseppe Gabrielli». Tra l’altro, grazie ad una convenzione stipulata con l’Istituto d’istruzione superiore classica, scientifica e professionale di Tropea, dal 2016, nelle stesse aule, si svolgono incontri di approfondimento specifico, destinati ai ragazzi delle superiori: in questi anni, si sono tenute videoproiezioni sulla Divina Commedia dantesca, la cui frequenza ha permesso anche il rilascio di crediti formativi.
Il tempo libero
Per quanto riguarda le attività ricreative, il Seminario ospita, dal 1950, uno dei gruppi scout più longevi della Calabria, sistematicamente coinvolto a sostegno di tutte le attività del centro. Tra queste, nei mesi estivi, un oratorio che raduna, da giugno al 31 agosto, bambini e ragazzi liberi dall’impegno scolastico. «In un luogo di forte attrazione turistica come Tropea, l’arrivo della stagione estiva può essere un problema. Le famiglie che lavorano possono trovare grandi difficoltà a gestire bambini liberi dall’obbligo scolastico», prosegue il sacerdote. «Per questo, con il supporto di volontari ed educatori, ospitiamo i giovanissimi dalle 9 di mattina alle 14.30, fornendo anche il pranzo, e organizzandogli attività diverse. Dal gioco allo sport, alle escursioni». Anche questo servizio, che lo scorso anno ha contato circa 40 ragazzi, con punte di 50 partecipanti, viene offerto in forma gratuita: va da sé che le famiglie che vogliono usufruirne, e possono contribuire, lo fanno, con discrezione.
I più bisognosi
Un sostegno importante, è quello garantito dal Gruppo per l’aiuto alla famiglia. «Si è attivato da tempo un sostegno concreto alle famiglie in difficoltà. Vengono forniti abiti, pacchi alimentari, e soprattutto, siamo particolarmente attenti alle necessità dei bambini che vivono in nuclei familiari più disagiati. Tengo a sottolineare» specifica tuttavia don Ignazio, «che anche chi si rivolge a noi in momenti così delicati trova sempre rispetto e solidarietà. Il rapporto diventa amichevole, e di profonda fiducia. In amicizia, chiedere diventa più facile».