Gli autori calabresi Giuseppe Aloe, Fabio Cuzzola, Gioacchino Criaco, Vins Gallico e Saverio Pazzano ricordano l’intellettuale dimenticato. Lo scorso 18 luglio il 15° anniversario della sua tragica morte a Roma
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“Per il tuo Bene” è il suo ultimo romanzo, pubblicato postumo nel 2009. Un incidente stradale stronca la sua vita di intellettuale profondo e originale, la notte tra il 17 e il 18 luglio di 15 anni fa a Roma. Era nato a Cosoleto, nel cuore dell’Aspromonte, soltanto 48 anni prima. Lui era, ma per molti (troppo pochi) ancora è, Rocco Carbone scrittore tanto autentico quanto dimenticato nella sua stessa terra, la Calabria.
Il suo romanzo d'esordio si intitola “Agosto” pubblicato nel 1993 ed è solo l’inizio. Seguono “Il comando" (1996), "L'assedio" (1998), "L'apparizione" (2002) e “Libera i miei nemici” (2005), ispirato alla sua esperienza di docente nella sezione femminile del carcere di Rebibbia. Scriveva e intanto collabora con Repubblica, L’Unità e Il Messaggero.
Rocco Carbone è vivo e non è solo un fatto legato alle parole che, specie se si è stati scrittori come lui, sopravvivono, restano, decantano. È proprio un fatto di presenza di spirito e di ispirazione continua che in pochi lasciano dopo di sé. Ne sono convinti Giuseppe Aloe, Fabio Cuzzola, Gioacchino Criaco, Vins Gallico e Saverio Pazzano, tutti scrittori calabresi che hanno in comune una grande passione per la letteratura e quindi per Rocco Carbone. Abbiamo chiesto a loro di ricordarlo con noi e di raccontarci come continuano a vederlo e a sentirlo.
Così nel quindicesimo anniversario della sua morte che la memoria viva sfida, affidiamo il suo ricordo a questo e mosaico di voci.
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