La produzione è firmata da Palomar, Calabria Film Commission e dalla Regione che ha investito 400mila euro. La regia affidata al reggino Fabio Mollo: «Una grande emozione». In questi giorni le riprese al museo e nel territorio della città metropolitana
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Nessuno meglio di un regista reggino poteva spiegare cosa c'è dietro ai Bronzi di Riace. E la Palomar affida proprio a Fabio Mollo il racconto della visione delle due statue, nel docufilm che si sta girando nel territorio della città metropolitana. Un lavoro iniziato a settembre e che in questi giorni arriva a Reggio. Ieri le prime riprese del Bronzi nella sala a loro dedicata al MarRc. Lunedì ancora al museo per registrare con tecnica speciale. Bocche cucite e grande attesa stamattina nell'aula commissioni di palazzo Campanella per la presentazione del docufilm sui Bronzi.
Regione Calabria, Calabria Film Commission e Palomar insieme per portare una visione nuova, viva e internazionale delle due statue. L'idea di Fabio Mollo è quella di «restituire il racconto dei Bronzi attraverso gli occhi delle persone».
Il regista si dice poi «felice e orgoglioso di avere il supporto da Film Commission. Dopo 10 anni di carriera da "Il sud è niente" - aggiunge - sento un grande privilegio ad essere il regista del racconto dei Bronzi e una grande responsabilità. Vorremmo riuscire a guardare i Bronzi attraverso i nostri occhi, gli occhi di chi è cresciuto qui, nei loro occhi o nel vuoto che alcuni occhi rappresentano. Nella mitologia siamo coinvolti tutti noi e cerchiamo di interpretare il valore storico e restituire il valore umano».
E infine spiega: «Ieri il primo giorno nella sala dei Bronzi è stato una grande emozione. Torneremo lunedì a filmare con mezzi tecnici particolari per provare a vederli con altri occhi. Non ci affidiamo alla finzione degli attori, ma alla verità di persone vere che si emozionano al loro cospetto e ce li raccontano».
La vicepresidente della giunta regionale Giuseppina Princi ha detto: «Ci siamo affidati a una grande casa per raccontare i Bronzi con un linguaggio internazionale, la Palomar. Grazie per ciò che farete: le riprese sono fatte nel nostro territorio per lasciare una forte impronta per questo anniversario. La Regione ha stanziato 400mila euro di cofinanziamento poiché hanno creduto nel progetto».
Irene Calabrò, assessore comunale alla Cultura, parla di «unità d'intenti in questi mesi. Abbiamo sentito la grande responsabilità delle istituzioni. Ma è una sfida che abbiamo colto. Gli stimoli dall'esterno erano tanti e abbiamo prenuto il piede sull'acceleratore. La narrazione va sulle nostre origini per una finalità non celebrativa ma di riscoperta di ciò che conta. Una rappresentazione moderna». E anticipa una grande mostra all'aperto a Reggio, a corollario degli eventi del cinquantesimo del ritrovamento.
Il delegato per la Città metropolitana Gianni Latella: «Dobbiamo lottare per eliminare la parte violenta e rappresentare un territorio di cultura, laborioso e il cinema per questo può fare tanto». Per il sindaco di Riace, Antonio Trifoli: «Da sindaco del paese sono orgoglioso delle celebrazioni del cinquantesimo. Ci saranno anche dei ragazzi del paese nel cast. Certo il nostro è un paese marginale rispetto alla grande città e mi auguro che, al di là degli eventi, Riace non sia dimenticato».
Presente anche il commissario straordinario della Calabria Film Commission, Anton Giulio Grande: «Il mio primo incontro di lavoro che ho avuto è stato con la Palomar di cui ho testato il quadro di prestigio (da Il commissario Montalbano, la Piovra 10) che colleziona da oltre 30 anni. Abbiamo fatto da collante come Film commissione, tra Regione e casa di produzione per un insieme di eccellenze che porterà alla narrazione delle bellezze che sono i bronzi nel migliore dei modi».
Antonio Badalamenti, produttore delegato di Palomar, ha detto: «I nostri successi si portano dietro la storia del territorio. Ovunque siamo andati abbiamo avuto una grande collaborazione col territorio. Ci siamo affidati a team di altissima qualità e lo supporteremo per portarlo fuori dai confini nazionali e possa parlare col linguaggio del cinema. Giriamo da settembre e la conoscenza del territorio porta ulteriori valori. Stiamo facendo scouting per ambientare una puntata di una nostra serie tv».
Nel corso della conferenza anche il videomessaggio da parte di Carlo Degli Esposti, produttore di Palomar: «Stiamo investendo molto in Calabria, lo abbiamo fatto in Emilia con Ligabue, in Sicila con Montalbano e speriamo che questo documentario possa arrivare a dare la visibilità e fare onore ai bronzi e alla loro storia».