La tela della storia ripresa e tessuta dalla fondazione Memoria della Deportazione Politica, in collaborazione con il collettivo Progetto Antigone, è la filigrana attraverso la quale le parole vivono e le testimonianze raccontano; uno spazio prezioso che dilata il tempo e accorcia le distanze, puntellando tutto lo stivale e oltre, unendo 19 luoghi della memoria, tra i quali anche Reggio per la Calabria grazie alla voce dell’attrice Renata Falcone. Un richiamo affidato a un coro femminile che, nel centenario della nascita, all’unisono ha ricordato Gianfranco Maris, scomparso nel 2015, partigiano, antifascista, ex deportato nel campo di concentramento nazista di Mauthausen, senatore della Repubblica, fondatore della fondazione Memoria della deportazione, oggi presieduta dalla figlia Floreana, e presidente dell’associazione nazionale Ex Deportati nei campi nazisti (Aned).

La memoria diffusa

Nell’ambito dell’iniziativa di memoria diffusa intitolata “Una tensione che dura tutta la vita”, promossa dalla fondazione Memoria della Deportazione Politica, dopo il segnale d’inizio partito da Milano dove ha sede la Fondazione e trasmesso su radio Popolare, l’eco delle parole di Gianfranco Maris ha raggiunto anche Reggio Calabria. Nello spazio antistante il teatro Cilea, Renata Falcone, del collettivo Progetto Antigone, diretto dalla regista e drammaturga Letizia Quintavalla, ha dato voce a persone e testimonianze legate alla deportazione politica che ha riguardato anche la Storia del nostro Paese. Il tutto in una data assolutamente significativa, ossia quella della liberazione del campo di concentramento nazista di Mauthausen ad opera degli Americani, avvenuta il 5 maggio 1945. In questo giorno di 76 anni dopo, la Fondazione ha voluto unire 17 regioni italiane, la città di Parigi e la città austriaca di Mauthausen, dove durante il Terzo Reich fu allestito un durissimo campo di lavoro destinato allo sterminio dell'intellighenzia polacca e dei prigionieri di guerra sovietici.

L’iniziativa ha avuto il patrocinio del Comune e della Città Metropolitana di Reggio Calabria e il sostegno della costituenda sezione Anpi Ruggero Condò di Reggio Calabria di cui erano presenti la coordinatrice Maria Lucia Parisi e altri soci. Presenti anche le assessore comunali alla Cultura e allo Sport del comune di Reggio Calabria, rispettivamente Rosanna Scopelliti e Giuggi Palmenta.

Nato tre volte

«La prima quando mi partorì mia madre nella casa di corso Buenos Aires n.64 a Milano. Era il 19 gennaio 1921. La seconda nascita è quella ufficiale: il 24 gennaio 1921 quando mio padre andò al Comune per “registrarmi”. Ancora oggi il mio compleanno lo festeggiamo sempre quel giorno lì. Ma mi considero nato una terza volta il 5 maggio 1945, quando arrampicato in cima ad una torretta del campo di concentramento di Mauthausen-Gusen, vidi arrivare una camionetta di soldati americani». Nato tre volte così ha scritto di sé nell’autobiografia “Oltre Mauthausen. Sulle strade della Giustizia. La Globalizzazione dei diritti” (edizioni Mimesis), Gianfranco Maris.

Alle donne affidata la voce di Maris e delle donne deportate

In 19 luoghi contemporaneamente si è dato voce al suo ricordo, intrecciando parole, testimonianze ed emozioni. In una narrazione che ha incarnato la vocazione civile del teatro, arricchendo luoghi di memoria collettiva e partecipazione, alcuni brani tratti dalla sua autobiografia hanno abbracciato le praole di Giuliana Tedeschi e Sofia Kossak, due donne deportate, anche loro sopravvissute e che hanno poi fatto della loro vita una intensa testimonianza.

«È stata un’esperienza molto intensa che mi ha permesso di conoscere storie che non conoscevo e che ha riacceso la voce del teatro in questo momento storico di grande difficoltà. L’autobiografia di Gianfranco Maris ha tracciato il percorso di memoria nel quale, per scelta della Fondazione che ha voluto coinvolgere un collettivo di sole donne per le performance nei luoghi, hanno avuto voce anche le storie di donne deportate. È stata un’occasione importante per alimentare la memoria della nostra Storia nel ricordo di un grande testimone che non si è mai risparmiato durante la sua vita, impegnandosi e spendendosi per tenere vivo l’interesse su quanto accaduta non tanto tempo fa e offrendo costantemente letture di grande attualità di quegli eventi così drammatici. Un’occasione anche per valorizzare il teatro civile impegnato a legare i luoghi di oggi con le storie di un tempo, neanche tanto lontano», ha sottolineato l’attrice reggina Renata Falcone, Collettivo Progetto Antigone.

La Fondazione Memoria della Deportazione

Nasce nel 1999 su proposta di Gianfranco Maris come Centro studi e documentazione sulla Deportazione nei lager nazisti, con le finalità legate alla «promozione degli studi» e alla «raccolta di documenti sulla deportazione nazifascista, affinché resti operante nel tempo la memoria storica e l’insegnamento della vicenda concentrazionaria», e con lo scopo di «favorire la maturazione civile delle nuove generazioni», facendo in modo che comprendano a fondo le «azioni in cui si concretizzò l’oppressione nazifascista».

La Fondazione Memoria della Deportazione, associata alla Rete degli Istituti per la storia della Resistenza dal 2003, si occupa di didattica e di conservazione dei materiali archivistici e bibliografici e anche di ricerca, attraverso la compilazione di repertori e banche dati e le relazioni costanti con i comitati internazionali dei campi di deportazione in Europa, con una particolare attenzione a quelli di Ravensbrück e di Mauthausen.

Nel 2004 il suo storico archivio storico è riconosciuto dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali archivio d’interesse storico particolarmente importante.