VIDEO | Proseguono i caffè letterari del Rhegium Julii, lo storico circolo culturale che in questi giorni ha perso il suo fondatore e presidente onorario Giuseppe Casile. Alla sua memoria sarà intitolato da quest'anno il premio internazionale "Città dello Stretto"
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«Noi non ci siamo sempre stati e secondo me è importante studiare e conoscere le cose che sono successe quando noi non c’eravamo per capire che cosa ci accade oggi che ci siamo». Le terre ferite sono anche le più liriche afferma il poeta e paesologo Franco Arminio che, nella cornice del circolo del tennis Rocco Polimeni di Reggio Calabria, attraverso la "Lettera a chi non c’era - parole dalle terre mosse", ha raccontato il terremoto dell'Irpinia che nel 1980 colpì la sua Campania e la Basilicata, spezzando tremila vite, ferendo quasi novemila persone e generando duecentottantamila sfollati. Lo ha raccontato nella città dello Stretto travolta, con la dirimpettaia Messina, da un inferno ancora più violento oltre un secolo fa, nel 1908.
Addio a Giuseppe Casile
Prosegue la consolidata tradizione dei caffè letterari del Rhegium Julii, circolo culturale che ha fatto storia nel Mezzogiorno e in Italia, che in questo 2021 tuttavia sta vivendo dei giorni di dolore per la scomparsa del fondatore e presidente onorario Giuseppe Casile, uomo visionario, operoso e generoso che pose Reggio Calabria, già oltre mezzo secolo fa, al centro della scena culturale nazionale e internazionale. A lui sarà intitolato già da quest’anno il premio Internazionale Città dello Stretto del Rhegium Julii.
Prosegue la consolidata tradizione dei caffè letterari del Rhegium Julii, che in questo 2021 tuttavia sta vivendo dei giorni di dolore per la scomparsa del fondatore e presidente onorario Giuseppe Casile, uomo visionario, operoso e generoso che pose Reggio Calabria, già oltre mezzo secolo fa, al centro della scena culturale nazionale e internazionale. A lui sarà intitolato già da quest’anno il premio Internazionale Città dello Stretto del Rhegium Julii.
Storia e poesia
Prosegue nel segno di un impegno rafforzato dal desiderio di onorare anche così la sua memoria, valore che eleva ogni azione perché nutrito dalla storia indagata nel suo rapporto con la poesia proprio da Franco Arminio in questa opera. «È la prima volta che faccio un libro un pò corale con uno sguardo anche storico. Ho sempre più lavorato su di me e sulle mie ansie. Per me, quindi, tra la storia e la poesia c’era una lontananza. Adesso con questo libro ho saldato il conto con lei, gettando lo sguardo su vicende che non sono strettamente personali e contribuendo così al bisogno di questo momento di trovare una dimensione più del noi che dell’io. Uno spostamento dello sguardo che credo sia dipeso dalla mia percezione della necessità di scrivere un libro che unisse in un momento di cui tutto si spappola. La dimensione collettiva, oggi più che mai, è l’unica che ci consenta di cucire e di riparare. Attenzione, però, a non credere che sia tutto nato dalla pandemia. Non è così.
La frattura dentro la quale viviamo, aggravata dalla pandemia, era già presente, proprio in quella normalità alla quale aspiriamo a tornare. Dovremmo renderci conto che già prima il mondo era pieno di contraddizioni e di ingiustizie. Dunque la strada da trovare non è solo oltre la pandemia ma anche oltre tutto ciò che la pandemia ha reso ancora più evidente ed è da cercare nell’alleanza tra le persone e tra le persone la natura. Io voglio appartenere ad un popolo e scrivo poesie per suggellare queste alleanze, mettermi a nudo con i miei lettori e spezzare e condividere il pane della vita che palpita nelle cose semplici di cui la poesia, parola espressa al massimo grado, si nutre. La poesia non va spiegata come se ci fosse bisogno di un interprete per decifrarla ma va vissuta, sentita nella quotidianità della propria vita», ha sottolineato il poeta Franco Arminio. Un incontro dai registri insoliti, quello con Franco Arminio a Reggio Calabria, in cui la declamazione dei versi si è intrecciata con vivaci incursioni in platea e una giocosa e canora interazione con il pubblico. Spazio alle canzoni spontaneamente intonate dai presenti e ad una colorita kermesse poetica dialettale.
Poesia e paesologia
Per Franco Arminio, che delle voci poetiche del Sud ama anche quelle dei nostri Franco Costabile e Lorenzo Calogero, la paesologia non è contemplazione che nutre la nostalgia ma militanza che alimenta l'avvenire e la poesia una pratica di buon uso dell'inquietudine.
«Secondo me il poeta è colui che tramuta i suoi affanni in un’azione di riscatto. Percependo in modo molto intenso il mistero in cui tutti siamo avvolti, in lui questa sensazione non produce un’inerzia ma la volontà di riparare il vaso rotto», ha evidenziato Franco Arminio che ama la poesia tout court. Gli piace leggerla, scriverla e anche raccontarla. Sono tutte esperienze intense e diverse tra loro.
«Amo parlare di poesia come faccio quando incontro i lettori però quando leggo a volte mi curo mentre quando scrivo magari si curano più gli altri che leggono. Sicuramente la lettura è un gesto più terapeutico della scrittura», ha concluso Franco Arminio ospite del secondo caffè letterario, durante il quale ha conversato con il presidente del Lions Club Host Reggio Calabria, Giuseppe Strangio, la scrittrice e critica letteraria Benedetta Borrata, la poetessa e giornalista Ilda Tripodi e il poeta Natale Pace.
Stasera il prossimo caffè letterario
Oggi, sempre al circolo Polimeni alle ore 21:30, nuovo appuntamento del Rhegium Julii con Massimo Capaccioli, presidente generale della Società Nazionale di Scienze, lettere e arti in Napoli, già professore emerito all’Università partenopea Federico II e già presidente della Società astronomica italiana, e il suo ultimo libro “L’incanto di Urania” Dopo il saluto dei presidenti del circolo Polimeni, Igino Postorino, e del circolo Rhegium Julii, Pino Bova, l’incontro sarà introdotto da Gianfranco Bertone, docente di astrofisica all’università di Amsterdam, con interventi di Sandra Savaglio, astrofisica dell’università della Calabria e assessora regionale a Istruzione, Università, Ricerca scientifica e Innovazione, e del socio Franco Costantino.