L’intellettuale parla degli incidenti giudiziari che hanno coinvolto l'ex governatore, suo compagno di vita, del commissariamento dei Comuni e del business delle intercettazioni. La presentazione attesa a Reggio Calabria
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Le recenti vicende politiche calabresi viste da dietro le quinte. Una chiave di lettura sulla pesante incidenza che si ha dall’esterno sui nostri equilibri, naturalmente visti con occhi inevitabilmente di parte. Questo il succo del libro “Pregiudizio di Stato” scritto dalla scrittrice, intellettuale nonché compagna di Mario Oliverio, Adriana Toman.
Lei ha assistito dal di dentro all’intricato periodo politico relativo non solo all’amministrazione Oliverio, ma soprattutto a quello che è accaduto dopo e la pervicacia con cui il Pd ha negato all’ex presidente non solo la ricandidatura ma anche la semplice possibilità di svolgere le primarie.
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È riduttivo però pensare che il libro sia incentrato tutto sull’ex presidente della giunta regionale e gli incidenti giudiziari che gli sono occorsi (dai quali è stato sempre assolto). Oliverio è quasi un artificio retorico per parlare di come partendo da una visione di regione irredimibile, sulla Calabria si esercita un condizionamento quasi totale e non sempre a beneficio dei calabresi. Il secondo capitolo, infatti, è dedicato ad un'analisi della narrazione della Calabria.
La Toman analizza come quello che lei chiama “il sistema Antimafia” possa diventare uno strumento perverso capace di condizionare ogni attività, sociale, politica, amministrativa, imprenditoriale. Parla del commissariamento dei Comuni (in Calabria deteniamo il record di quelli sciolti per mafia) e dell’impianto di interessi che ci prospera sopra; del business delle intercettazioni e di quello del sequestro preventivo delle imprese. Chi e come ci guadagna. Parla di quelli che definisce “clan giudiziari e clan dell’informazione” in simbiosi per manipolare la realtà attraverso operazioni giudiziarie spesso abbastanza spericolate, con l’informazione che fa da cassa di risonanza ai desiderata degli inquirenti, anche in barba alle decisioni dei gip quando disattendono loro richieste. Su questo la Toman dedica uno spaccato anche a Mimmo Lucano, all’amicizia che lo lega ad Oliverio e all’inchiesta che lo ha riguardato e soprattutto al controverso aspetto della trascrizione delle intercettazioni.
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Ancora. Nel libro si parla anche di sanità, del sistema trasversale che controlla questo comparto nel Paese condizionando la politica che, attraverso la legge elettorale ha smesso di essere autonoma e rappresentativa dei territori, perché relegata ad una sequela di nominati asserviti ai centri di potere romani.
Un passaggio molto interessante del libro, ad esempio, è il racconto di come si sia arrivati alle primarie del 2014, quando appunto Oliverio venne designato candidato con percentuali altissime nonostante Matteo Renzi, all’epoca segretario nazionale dem, avesse una gran voglia di rottamare anche Oliverio.
Il terzo capitolo torna su Oliverio, su come la vicenda giudiziaria da una parte sia stata utilizzata dal Pd per non ricandidarlo, dall’altra coinvolgendo proprio i dirigenti che curavano il settore dei fondi europei, è stata apparecchiata per cercare di bloccare, secondo l’autrice, la spesa dei fondi che per la prima volta la Regione Calabria non restituiva al mittente. Un'operazione concepita quindi per azzoppare non solo Oliverio, che garantiva autonomia politica e amministrativa dalle imposizioni romane, ma attraverso di lui la Calabria che stava investendo ogni singolo euro dei fondi ad essa destinati.
Il libro termina poi con un focus sulla situazione attuale, tornata nelle mani “di servi di Roma e del potere nordcratico”, che ha bloccato la maggior parte dei progetti avviati durante i cinque anni di amministrazione di Oliverio alla Regione, in modo che la Calabria smetta di spendere i fondi a lei destinati, per stornarli verso le regioni del Nord.
Il volume, che esce stamattina nelle librerie, verrà presentato il 16 a Reggio Calabria. Coordinati dal presidente degli ordini dei giornalisti, Giuseppe Soluri, intorno al volume discuteranno Giuseppe Falcomatà, anche lui appena assolto dall’inchiesta Miramare, dagli scrittori Mimmo Cangemi e Ilario Ammendolia, dall’avvocato Armando Veneto e dal docente di diritto penale Nico D’Ascola. Naturalmente sarà presente l’autrice. L’appuntamento è all’hotel Excelsior per le 17.