Giovedì 13 luglio il taglio del nastro e il via a una ricca stagione di eventi culturali. Tra i protagonisti della giornata il vice presidente della Regione Giusi Princi e il volto Rai Beppe Convertini
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Palazzo Grillo, dimora storica di fine Settecento, dopo un anno di restauro, è pronto per essere ammirato nella sua luce ritrovata. L’edificio, che sorge nel cuore del centro storico di Polistena, apre per la prima volta al pubblico a distanza di 300 anni, data della sua costruzione. Appartenuto, in ordine di tempo, prima alla famiglia Grillo, di cui porta il nome e passato poi nelle proprietà dei Sofrè, oggi è della famiglia Romeo.
Giovedì 13 luglio, il simbolico taglio del nastro, con un doppio, importante, appuntamento. Alle ore 11 il salone delle feste ospiterà una conferenza in cui si discuterà di progetti futuri per la valorizzazione e la fruizione di Palazzo Grillo come risorsa culturale per la comunità, cui prenderanno parte: la vice presidente e assessore alla Cultura della Regione Calabria Giusy Princi, lo stesso Antonello Romeo e il fratello, Francesco Romeo, l’imprenditore Tito Polimeni, lo storico Giovanni Russo, e il conduttore televisivo, volto noto Rai, Beppe Convertini.
A lui l’onore di aprire la stagione degli eventi culturali di Palazzo Grillo, di cui sarà data notizia nel corso dell’incontro. Nel pomeriggio dello stesso 13 luglio, alle 18.30, la corte interna del palazzo sarà dunque lo scenario per la presentazione del libro: Paesi miei, in viaggio con “Linea verde” alla scoperta delle tradizioni d’Italia, (Rai libri). Un libro in cui Beppe Convertini racconta i Paesi “che – come si legge nella pubblicazione - appaiono meno di frequente nelle guide turistiche” e “che offre uno scorcio inedito sull’Italia, sulle tradizioni e sull’impegno dei suoi abitanti a riscoprirle e a preservarle”.
«Abbiamo scelto, - dice Antonello Romeo – insieme a mio padre Antonio, ai miei fratelli Marco e Francesco, di rendere visibile e visitabile un luogo di importanza storica e architettonica, dopo un così lungo tempo in cui è rimasto quasi completamente inaccessibile. L’idea – conclude - è quella di coniugare l’impresa privata ad una visione di arte e cultura aperta all’intera collettività».