L’iniziativa di Maria Grazia Corrado per favorire la socializzazione e la diffusione della cultura, ma anche per confrontarsi su temi importanti e conoscere meglio gli autori calabresi
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Nella Giornata internazionale della poesia, il piccolo borgo di Orsomarso ha ricordato Lorenzo Pataro, il talentuoso poeta di Laino Borgo scomparso nel febbraio scorso, a soli 27 anni. Lo ha fatto il gruppo di lettura fondato di recente dalla storica, scrittrice e poetessa Maria Grazia Corrado, leggendo alcuni dei suoi versi più belli e struggenti.
Il gruppo di lettura
Il gruppo di lettura, nato circa un mese fa, è stato fortemente voluto da Maria Grazia Corrado per favorire la socializzazione e la diffusione della cultura, ma anche per confrontarsi su temi importanti e conoscere meglio gli autori calabresi. Il libro su cui si è discusso ieri è stato “Malinverno”, dello scrittore Domenico Dara. «Vogliamo fare rete – ha detto la fondatrice del gruppo – vogliamo mettere in risalto poeti e scrittori calabresi contemporanei e non, perché credo che noi non conosciamo la nostra terra e i nostri scrittori così come dovremmo».
In ricordo di Lorenzo
All’evento ha partecipato anche Elvira Scorza, attrice appassionata di teatro, lettura e poesia, che conosceva Lorenzo Pataro personalmente. «A mio avviso – afferma – lui è uno dei più influenti poeti della letteratura nazionale, perché è un poeta che si inserisce nella tradizione della poesia con la “p” maiuscola e che subito sin dalla sua prima opera (“Bruciare la sete”, edito da Controluna, 2018, ndr) è riuscito a presentare il suo stile poetico. Lorenzo è un poeta che ha saputo raccontare la nostra terra senza strumentalizzare le sue origini, senza dare adito a delle narrazioni che sono spesso, ahimè, facili da fare sul Sud, sull'essere contadini, sull'essere anche affini a una certa povertà, come se la povertà fosse unilaterale. In realtà, Lorenzo è riuscito a raccontare la nostra terra, ma anche a raccontare il suo percorso poetico ed è quello che per me è importante a mia volta raccontare, perché ho avuto la fortuna di conoscerlo».