Pablo Neruda gli dedicò una poesia. I pomodori sono tra i simboli della tradizione contadina calabrese. Portano il calore dell’estate e i colori della terra. Nella bella stagione, distese di terreni e orti si colorano di rosso. Si aspetta la giusta maturazione e poi, dopo mesi d’attesa, avviene la raccolta. Scelti con cura maniacale, i pomodori diventeranno salsa e accompagneranno, stipati nelle dispense, anche gli inverni più rigidi. A questa “arte”, la rubrica LaC Storie, a cura del video reporter Saverio Caracciolo, ha dedicato tempo addietro un’intera puntata. “Ode al pomodoro”, e non poteva essere altrimenti, il titolo del viaggio intrapreso nelle campagne del vibonese.

La salsa di pomodoro

Le sorelle Immacolata e Francesca Capano di Dasà, piccolo centro in provincia di Vibo Valentia, mantengono vive nel tempo le antiche tradizioni, come quella della salsa di pomodoro. Un vero e proprio “rito” che si ripete ogni anno e accomuna decine e decine di famiglie: «Lo facciamo soprattutto per sapere cosa mangiamo e per il sapore che non è mai come la salsa comprata al supermercato», fanno presente.

Dall’orto alla dispensa

E come dar loro torto? L’amore e la dedizione nei riguardi della terra e delle coltivazioni viene ripagato con prodotti genuini, ricchissimi di sapore. Raccolti dalla pianta vengono lavati e tagliati. Quindi, bolliti all’interno di un calderone, “cassarola” e infine macinati. Un iter scandito da precisi passaggi, a tratti anche faticosi, che consente “all’oro rosso” di essere imbottigliato e raggiungere, come destinazione finale, le dispense e poi le tavole. Le bottiglie vengono infine fatte bollire sul fuoco all’interno di ampi pentoloni. Un processo che ne consente la durevole conservazione.