Continua a far discutere a Monasterace l'ipotesi del trasferimento dal Museo archeologico della cittadina della locride all'Archeologico nazionale di Reggio Calabria del Drago di Kaulon, il mosaico ellenistico, che riproduce un drago marino, affiorato nel sito dell'antica Kaulon sulle rive del mare Jonio. Ma tanti sostenitori del movimento "Monasterace nel cuore"  hanno timore che resti lì definitivamente e non per tre mesi. In una nota Gianpiero Taverniti, uno tra gli animatori del movimento, chiede alla Sovrintendenza dei Beni Culturali di Reggio-Vibo perché sta tenendo tutti sulle spine non pubblicando ufficialmente, a mezzo stampa, la documentazione sull'operazione di trasferimento provvisorio, al fine di tranquillizzare chi si sta mobilitando. 

 

Allora a prendere le redini in mano della situazione è stata la direttrice del Polo museale della Calabria, Angela Acordon, che in una lettera, indirizzata ai monasteraci, ha scritto: «Caro sindaco, cari archeologi, cari cittadini di Monasterace, cari amici e protettori del museo di Kaulonia, non dovete temere, il drago tornerà al suo museo. Se non lo farà il direttore del Museo di Reggio Calabria interverrà la Direzione generale Musei. In ogni caso vi offro la mia parola, che per chi mi conosce, è più di una garanzia che questo non accadrà». Con queste parole decise, la direttrice ha tentato di mettere un punto alle polemiche e le paure, nate dalla richiesta da parte del Museo archeologico nazionale di Reggio Calabria, di acquisire il "Drakon" per una mostra di tre mesi, che partirà il 10 agosto.

 

Ma il sindaco della cittadina della Locride, Cesare Deleo, e l’archeologo Francesco Scuteri, che nel 2013 a Kaulon ha scoperto il grande mosaico di epoca ellenistica, hanno espresso qualche preoccupazione. Scuteri ha dichiarato: «Sarebbe opportuno che il mosaico non andasse via, ancor meno nel mese in cui si vede qualche turista a Monasterace, lasciando il museo sguarnito del suo pezzo migliore». Ma il “Drakon” è già stato a Reggio per trent’anni; questo prima che il Fondo ambiente italiano (Fai) ne finanziasse il restauro, a patto che venisse ricollocato dove era stato scoperto. Ma le dichiarazioni della direttrice Acordon sono chiare:  «Il pericolo non esiste, il drago tornerà al proprio posto».

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Questa è stata la miccia che ha fatto accendere un’altra polemica. «Il museo non è solo ciò che espone, ma è anche un insieme di impianti malfunzionanti da sostituire, manutenzioni del verde e dei servizi, di parti fatiscenti e chi ne ha più ne metta – sostiene la Acordon». Al Polo – aggiunge – stiamo lavorando da soli per risolvere i problemi e offrire al pubblico uno spazio decente, pulito, senza rischi». «Se per qualche mese il Drago si sposta entrando a far parte di una mostra che fa parte di una sequenza di capolavori provenienti dai più importanti musei archeologici d’Italia – continua il direttore del Polo museale –, non credo che ciò venga a detrimento del Museo dal quale il Drago proviene, ma penso anzi che esso venga ancor più valorizzato e che venga aumentata la diffusione della sua conoscenza, portando in futuro più persone a cercarlo nel Museo della cittadina di Monasterace». La Acordon è convinta che questa operazione deriveranno benefici notevoli anche per il Museo di Kaulonia e per una sua immagine più dinamica e vivace.

 

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