VIDEO | Nei locali dell'Archivio di Stato per due giorni sono stati esposti documenti e testimonianze di ogni tipo per ricostruire vite ed espedienti di chi lasciava la propria terra in cerca di fortuna
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L’emigrazione italiana tra fine Ottocento e inizi del Novecento illustrata in maniera straordinaria ed unica da atti processuali che ne raccontano le storie, le vite, gli espedienti. La mostra "Emigranti e immigrati, una vita difficile. Vicende processuali", organizzata dall’Archivio di Stato di Catanzaro e dalla sezione lametina in occasione della Giornate Europee del Patrimonio è uno splendido affresco del nostro passato. Pagine ingiallite su cui la china fa rivivere truffe, omicidi, funzionari prestati alla corruzione per produrre i documenti necessari all’emigrazione, fratelli pronti a scambiarsi i passaporti, postini che rubavano le somme di denaro inviate ai parenti rimasti in Italia, faide, rapine. Vite difficili, viaggi della speranza, tanti pronti ad approfittare del bisogno di chi era pronto a tutto pur di lasciarsi la fame alle spalle. Così come tutt’ora avviene. E nasce proprio con l’intento di fare riflettere indagando sui parallelismi con l'attuale immigrazione in Italia l’esposizione. Da un lato il sospetto con cui venivano visti gli italiani emigrati in America, sottoposti a controlli sanitari di ogni tipo e la cui fedina penale veniva setacciata. Dall’altro i tentativi continui di lucrare sul loro desiderio di abbandonare gravi situazioni di indigenza per approdare ad una nuova vita. Diversi i casi documentati di funzionari che richiedevano pagamenti non dovuti per produrre la documentazione necessaria a farli partire.
Ma gli italiani finivano spesso anche per cadere nella “mano nera”, organizzazione che estorceva denaro a connazionali.
A tenere la regia dell’evento la direttrice dell’Archivio Maria Spadafora in collaborazione con l'archivista Maria Carmelina Macrì le quali in apertura della due giorni della mostra lametina hanno anche dato vita ad una tavolo rotonda a cui hanno preso parte il presidente della Comunità Progetto Sud don Giacomo Panizza e Francesco Carravetta, storico e antropologo.