«Credo che questo sia un saggio molto importante e utile da leggere, sul valore e il peso della parola. Quello che vediamo in questi giorni ci dimostra quali possano essere gli effetti più scioccanti e degradanti di un dialogo ormai non più tale, ma improntato alla polarizzazione su ogni cosa: bianco e nero, bene e male, tutto diventa assoluto e chi la pensa diversamente non merita di esistere, perché ormai siamo arrivati a questo». Così, Deborah Bergamini, deputata e vicesegretario nazionale di Forza Italia, è intervenuta alla Camera dei Deputati alla presentazione del libro del giornalista Biagio Maimone “La comunicazione creativa per lo sviluppo socio – umanitario” a cui hanno partecipato lo stesso autore, Gianni Todini, giornalista, direttore agenzia stampa Askanews, Anna Maria Folchini Stabile, presidente della casa editrice studiosa Tracce per La Meta e Maria Maimone, studiosa della filosofia della comunicazione.

«Chi fa politica- ha sottolineato Bergamini- conosce molto bene il valore delle parole e sa, che se buttate alla rinfusa, perdono senso e valore. Con la digitalizzazione poi esprimiamo parole con grande facilità buttandole in un universo senza forma e rimuovendo l’impatto che queste possono avere. La politica ha il compito di dover guardare a questo fenomeno ed affrontarlo dando l’esempio sull’uso della parola e sulla moderazione dei modi e dei toni. Così è impostata Forza Italia, a non estremizzare i toni violenti e svelando invece le complessità del dialogo democratico. La parola deve recuperare un senso di connessione alla realtà».

La Conferenza ha trattato le seguenti tematiche: la comunicazione e la sua centralità nel contesto socio-umanitario, la cultura del dialogo e la cultura della pace. «La comunicazione non è solo uno strumento professionale ma si fa anche con una sorta di vocazione con contenuti di utilità sociale, per costruire un confronto, di attenzione verso la persona che è al centro dei ragionamenti che si fanno», ha continuato il giornalista Gianni Todini.

L’autore ha poi rimarcato: «Il dialogo è la condizione prescindibile per realizzare la pace ed esso vive se chi comunica utilizza la" parola vitale", tale in quanto genera la vita e non il conflitto. La comunicazione è vitale, pertanto, quando fa sgorgare dal cuore umano l’amore per la “Bellezza”, che è l'espressione di un disegno di amore insito nell’interiorità di ogni persona, da proiettare nella realtà per emanciparla e renderla una dimora accogliente per tutti, nella quale non vi è posto per la violenza e la conseguente esclusione. L'Amore per la “Bellezza”,  da veicolare attraverso la comunicazione, la parola scritta e parlata,  inevitabilmente, conduce all’amore per i deboli, per gli ultimi, al fine di renderli forti, inclusi, risvegliando in loro la gioia di vivere. L’amore per la “Bellezza” si prefigge la diffusione di quella “Parola” capace di veicolare la "Pedagogia della Pace", che crea ponti di umanità e quel dialogo che fa vivere le differenze, accogliendole in un progetto di vita».

«Nel mio saggio ho voluto porre in luce la necessità di creare un modello comunicativo che tenga conto dell'importanza inconfutabile dell'uso appropriato della parola, superando quelle distorsioni, ormai consuete, che la rendono veicolo di offese, di menzogne, nonché di calunnie, che ledono la dignità umana dell'interlocutore e di ascolta o legge. Possiamo constatare come spesso i mass media, i social molto di più, veicolano messaggi i cui contenuti sono pervasi dalla violenza e dall’odio sociale, dall’intento di screditare e porre sul rogo chi ritengono essere un avversario. Ciò che emerge è il farsi strada di una subcultura della comunicazione che rischia di impoverire sempre più la relazione umana, in quanto i messaggi che essa trasmette sono diseducativi. Nel mio testo, che intende contrastare tale impoverimento culturale e la sua nocività, si rimarca che la parola è vita  in quanto deve generare la vita nelle sue espressioni più nobili e spirituali, perchè essa penetra nelle coscienze individuali e collettive e, se è sorretta dalla violenza e dalla menzogna, crea una coscienza umana che è guidata da disvalori che impoveriscono i singoli individui e, conseguentemente, l’intera collettività ed il contesto sociale. Umanizzare il linguaggio affinché sia veicolo della 'Pedagogia della Vita' definisce il significato autentico del mio impegno giornalistico, che sono certo possa essere condiviso da chi fa della comunicazione lo strumento mediante cui giungere al mondo interiore di chi ascolta, al fine di arricchirlo e non impoverirlo attraverso un uso distorto e, pertanto, nocivo del linguaggio».

 

Biagio Maimone ha poi rimarcato: «L' epoca contemporanea pone in luce un crescente smarrimento di natura spirituale e morale, che si riflette sulla relazione umana, sui rapporti tra gli Stati e i Continenti dell'intero universo, generando conflitti, nonché povertà morale e materiale. Ne è testimonianza l'insorgere continuo di conflitti in numerosi territori del mondo. Quel che manca è la 'Cultura Umana', la 'Cultura della Fratellanza Umana' e la 'Cultura' intesa come conoscenza profonda della realtà e del significato autentico del valore dell'essere umano, in quanto soggetto pensante, nel cui mondo interiore vivono i valori che gli attribuiscono un valore regale rispetto a tutte le altre creature e, ancor più, rispetto alle cose. La cultura umana consente di cogliere la bellezza depositata nell'interiorità della persona, generata dallo splendore divino che alberga nell'animo umano. È compito di chi comunica porre al centro la 'Cultura Umana' ed, in tal modo, rimarcare il valore supremo dell'essere umano, che lo distingue dalle cose materiali. Per tale motivo intendiamo promuovere, partendo dai rudimenti della conoscenza, quell'arte che già Fromm rivendicava come valore supremo, che è l'arte di amare. Occorre insegnare, pertanto, ad amare. Occorre, pertanto, comunicare l'amore. Ed ecco la necessità di fare in modo che la nostra pedagogia comunicativa sia tesa al recupero dei valori dell'arte e della spiritualità, entrambi appartenenti alla sfera etica e morale della vita dell'individuo, necessari per alimentare e far progredire ogni dimensione della vita umana».

Per l’autore del volume: «Si tratta di ritrovare la bellezza morale attraverso la comunicazione, che diviene, innanzitutto, insegnamento morale, talmente incisivo da poter migliorare l'interazione umana. In veste di direttore della Comunicazione dell'Associazione "Bambino Gesù del Cairo", fondata da Monsignor Yoannis Lahzi Gaid, già Segretario personale di Papa Francesco, ho avuto la possibilità di fare esperienza della bellezza interiore, cogliendola nell'impegno di coloro che si prodigano a favore dei bambini abbandonati e poveri, di coloro che vivono nella povertà, di quanti non godono i loro fondamentali diritti sociali, umani e civili». Il saggio è dedicato a Monsignor Gaid Yoannis Lahzi e a Sua Santità Papa Francesco, in quanto promotore della realizzazione dei progetti per i quali ho potuto collaborare nell'impegno di divulgazione, che ha visto l'opinione pubblica destinataria di un'informazione inerente all'impegno del dialogo interreligioso.