Il Parco e il Museo di Sibari da inserire nei circuiti nazionali e internazionali così da intercettare nuovi e più consistenti flussi dal mercato del turismo culturale. Lavorerà anche in questa direzione il neo sottosegretario di Stato alla Cultura Vittorio Sgarbi protagonista di un’incursione inaspettata al Museo di Sibari nella serata di ieri. Un impegno importante se si considerano le vere potenzialità del prestigioso sito Sibarita che conta circa 20mila visitatori all’anno, ma che può raddoppiare ed anche triplicare i flussi.

Ipotizza l’avvio di un lavoro di concertazione tra i ministeri della Cultura e del Turismo al fine di canalizzare i “grandi numeri” anche a beneficio dell’area Jonica. E lancia l’idea di una nuova programmazione a sfondo promozionale. Dopo la tappa di Reggio Calabria dove ha preso parte al convegno per i 50 anni dei Bronzi di Riace, il critico d’arte ha avuto modo di apprezzare i reperti esposti nella mostra “L’età degli eroi”. Ad accompagnare Sgarbi, il direttore della struttura Filippo Demma e il sindaco di Cassano Gianni Papasso, oltre alle rappresentanze istituzionali del territorio.

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Parole di elogio e di apprezzamento per l’allestimento “in progress” del Museo e, soprattutto, si è soffermato sulla possibilità di costituire un unico polo culturale della Magna Graecia che metta al centro l’antica “Sybaris” per poi candidarla a sito Unesco. Dalla Locride ai Bronzi di Riace, il patrimonio storico-culturale della Calabria è di inestimabile valore. E in questo contesto rientra pienamente Sibari su cui investire nei prossimi anni. Il direttore Demma ha fatto un bilancio delle attività a partire dalla proposta della costituzione della Rete dei Musei della Sibaritide che comprende il Museo del Codex, il Parco archeologico di Castiglione di Paludi, il Polo Museale Civico di Castrovillari, il Museo delle icone e della tradizione bizantina di Frascineto, il Castello di Corigliano, il Museo Amarelli, il Parco di Broglio di Trebisacce, Spezzano Albanese con Torre Mordillo.

Si è poi soffermato sugli episodi delinquenziali ai siti spesso bersaglio di atti vandalici, furti, danneggiamenti, sabotaggi (alle pompe idrovore), incendi dolosi, intrusioni nelle proprietà del Parco. Sgarbi ha chiesto le ragioni, il Direttore Demma risponde: «Elementi di disturbo». A seguire gli rappresenta anche la problematica dei concessionari “infedeli” che occupano alcune aree del parco.  Ha poi fatto riferimento alla fruibilità del Parco del Cavallo e della prossima apertura di “Casabianca” e del “Prolungamento strada” che presentano al momento ancora piccoli problemi relativamente al contenimento delle falde acquifere. L’avvio di un master plan per la soluzione definitiva del problema idrogeologico che vive l’intera area, ritenuta paludosa e collocata in prossimità del Crati.