È partita da ViviKaulon, la cooperativa sociale di Monasterace che gestisce i servizi del museo archeologico dell’antica Kaulon, la campagna #ildragorestaqui, un appello volto a preservare il mosaico del drago, una delle testimonianze più significative del centro magno-greco di Kaulonìa. È previsto, infatti, lo spostamento dell'opera musiva al museo archeologico nazionale di Reggio Calabria. A rivendicarlo è proprio quest'ultimo, che gode già di una sezione dedicata ai reperti provenienti dal sito archeologico di Monasterace, e che già lo aveva ospitato per circa trent’anni.

Il museo locrese, che sta vivendo un periodo di declino a causa delle poche visite, è un piccolo tesoro che custodisce e conserva i reperti rinvenuti nelle varie campagne di scavo effettuate nel territorio dell’antica colonia achea.  Il sito aprirà le sue porte al pubblico, durante le giornate del 1 e 2 agosto, in occasione della mostra "Riscopriamo la sala dei draghi e dei delfini".

 

Il mosaico

Il mosaico colpisce per la particolare ricchezza dei motivi e dei soggetti decorativi scelti: delfini, draghi, ippocampi e per la loro composizione armoniosa, costituita da minuscoli particolari tecnici quali l’uso di lamine in piombo che delineano i profili dei delfini. Lo schema compositivo del mosaico, realizzato con tessere policrome in pietra naturale, ceramica e terracotta di varie forme e dimensioni, pone al centro sei medaglioni con motivi floreali, mentre sul lato occidentale e meridionale sono disposti stretti e lunghi pannelli con figure di animali marini (draghi, delfini e un ippocampo) affrontati per coppie. Il particolare decorativo è costituito, in prossimità dell’accesso alla sala, da una rosetta circolare a 12 petali. Il mosaico è considerato una delle più importanti e più antiche rappresentazioni artistiche ritrovate in Magna Grecia. L'opera subì un intervento di restauro conservativo nel gennaio del 2012, finalizzato alla messa in sicurezza delle parti più deteriorate.

 

Promuovere i siti "periferici"

Il museo si trova nella "periferia locridea", zona svantaggiata dalla scarsità di trasporti e servizi. Sta, dunque, tentando piano piano di risalire la china. Il primo passo è attuare un miglioramento dei trasporti che, di conseguenza, comporterebbe un aumento del numero di visitatori. L'istituto necessita, inoltre, di una maggiore attività di promozione e valorizzazione delle opere che conserva, tra le quali il mosaico del drago, considerata una tra le più affascinanti. Lasciare l'opera musiva nel museo monasteracese aiuterebbe lo stesso ad avere una maggiore e meritata visibilità.

Un desiderio al momento irrealizzabile. La direttrice del Museo archeologico locrese, Rossella D’Agostino, ha confermato la volontà di dare il mosaico in prestito al museo di Reggio Calabria, un sito che gode già di fama internazionale, grazie alla presenza di opere dal valore inestimabile, come i Bronzi di Riace. Il prestito dovrebbe partire dal 10 agosto fino a data indefinita. Questo cambiamento sarebbe uno smacco nei confronti del piccolo museo archeologico, che a stento sta cercando di sopravvivere. Sono solamente due le giornate che offriranno al pubblico l’occasione per prendere visione dei manufatti, una grave lesione per un luogo di particolare fascino e suggestione archeologica, che al contrario dovrebbe essere elevato nel territorio calabrese e reggino in particolare.

 

Le dichiarazioni del sindaco

«È una decisione inaccettabile, quella di spostare il mosaico al museo nazionale reggino, alla quale ci opporremo con tutte le nostre forze con una forte mobilitazione» scrive sulla propria pagina facebook il sindaco di Monasterace, Cesare De Leo, in seguito alle dichiarazioni della D'Agostino.

«Sono certo che i monasteracesi sosterranno l'iniziativa rivolta a impedire lo spostamento. Privare il nostro museo di questo importantissimo reperto, per giunta nel mese di agosto – prosegue De Leo – è una decisione assurda, essendo la realizzazione artistica  più importante».

«Siamo certi – conclude preoccupato il primo cittadino – che se il mosaico verrà portato a Reggio  Calabria non tornerà più. Chiediamo da subito che sia revocata tale decisione con nota formale di protesta diretta alla direttrice del polo museale».