Si guarda con ottimismo al futuro del Parco archeologico di Sibari, dotato di autonomia speciale, e al suo Museo. A quasi due anni dall’insediamento del direttore Filippo Demma si sono ottenuti risultati importanti, ma ancora tanto c’è da lavorare sul fronte della gestione dei flussi turistici i cui dati, sebbene siano cresciuti rispetto agli anni precedenti, necessitano di una politica specifica di rilancio. E si è sulla buona strada.

La rete dei musei

In queste ore, il direttore Demma ha ufficializzato la proposta della costituzione della Rete dei Musei della Sibaritide, che comprende il Museo del Codex, il Parco archeologico di Castiglione di Paludi, il Polo Museale Civico di Castrovillari, il Museo delle icone e della tradizione bizantina di Frascineto, il Castello di Corigliano, il Museo Amarelli, il Parco di Broglio di Trebisacce, Spezzano Albanese con Torre Mordillo. E si sta lavorando sul coinvolgimento del Museo del Mare e dell'Emigrazione di Cariati. Prossima una prima uscita pubblica attraverso la partecipazione alla Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico di Paestum, che raccoglie l’offerta archeologica dell’intero bacino del Mediterraneo. All’evento, al quale partecipano professionisti del mercato turistico provenienti da tutto il mondo, il territorio jonico sarà ospitato nello stand che il Parco archeologico di Sibari ha allestito, come già avvenuto l’anno scorso.  

Gli interventi effettuati a Sibari  

È stato un anno difficile e complesso per l’area prestigiosa di Sibari. Episodi delinquenziali minano costantemente i siti spesso bersaglio di atti vandalici, furti, danneggiamenti, sabotaggi (alle pompe idrovore), incendi dolosi, intrusioni nelle proprietà del Parco. Inoltre, si combatte contro le occupazioni abusive delle aree di proprietà del Parco. Il direttore Demma, sul punto, è prudente circa la possibilità di trovare una correlazione tra le due situazioni: «Non ne ho idea. Quel che posso dire è che siamo al centro di attenzioni poco gradite. Posso avere qualche sospetto, ma in verità non conosco la natura di certi atti. Che potrebbero essere il frutto di puro vandalismo o celare qualcosa di più complesso».

Sul fronte dei miglioramenti, l’allestimento provvisorio è stato ultimato e aperto al pubblico, unitamente alla fruibilità del Parco del Cavallo. Prossima l’apertura di “Casabianca” e del “Prolungamento strada” che presentano al momento ancora piccoli problemi relativamente al contenimento delle falde acquifere. Sono stati affidati, in maniera congiunta, i lavori inerenti a tutte le attività di manutenzione così da impedire la convivenza con le emergenze del passato.

Avviato un master plan per la soluzione definitiva del problema idrogeologico che vive l’intera area, ritenuta paludosa e collocata in prossimità del Crati. A tal riguardo, è stata indetta la gara per attuare il primo dei moduli, mentre per gli altri due sono in corso attività relazionali per l’individuazione di nuovi fondi che andranno a garantire la messa in sicurezza definitiva dei siti. Sono previsti, inoltre, 12 milioni di euro (Pon Legalità) al fine di garantire una sorveglianza elettronica sull’intero complesso. Altro prossimo intervento sarà l’efficientamento energetico e l’accessibilità ai musei, mediante i fondi del Pnnr. Ancora, sono previsti ulteriori risorse (fondi Cipes) in ordine alle opere compensative (19 milioni di euro) per la realizzazione della nuova statale 106 jonica. «Dopo un dialogo intenso con l’Anas, afferma il direttore Demma, siamo riusciti a farci designare soggetto attuatore. Su questi fondi, si giocherà la possibilità di rilanciare non solo Sibari ma tutto il territorio».

Flussi turistici e i condizionamenti infrastrutturali    

Il direttore Demma interviene sulle condizioni carenti delle infrastrutture nella Sibaritide che incidono in negativo sui flussi del Parco. «Non esiste una rete di trasporti locale. C’è un Frecciargento che sappiamo tutti a che ora arriva, dove arriva e cosa esiste dopo l’arrivo. Sibari è quindi raggiungibile esclusivamente con mezzo privato. Tempo fa ebbi modo di proporre una linea blu che unisse i principali siti della Magna Graecia da Crotone a Taranto mediante l’uso, con navette, del Porto di Corigliano. Ciò poteva rappresentare un momento di facile accessibilità fisica al Parco». Dati importanti e incoraggianti, tuttavia, giungono dall’annualità in corso: «Nonostante tutte le difficoltà, conclude Demma, abbiamo incrementato del 50% il numero di visitatori rispetto all’annualità precedente alla pandemia con un boom tra luglio e agosto».