VIDEO | Dopo il successo del romanzo “Hans Mayer e la bambina ebrea”, pubblicato a soli quattordici anni, la 17enne reggina vince la sezione Racconti inediti dello Switzerland Literary Prize
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«Una grande emozione ed un’esperienza significativa non solo per gli incontri con scrittori e scrittrici ma anche perché non ero ancora mai stata all’estero. È stato tutto molto bello». Custodisce intatta la spontaneità di cui la giovane età e anche l’indole le fanno dono, mentre racconta il cammino che la scrittura, che ha scoperto fin da piccolina quando leggeva favole, componeva poesie e già si appassionava tanto alle storie, le sta riservando.
Dalla Calabria alla Svizzera
Un cammino che dalla Calabria l’ha condotta fino a Mendrisio, nel Canton Ticino in Svizzera. Eleonora Spezzano, studentessa del liceo classico Tommaso Campanella di Reggio, a 14 anni ha pubblicato con i caratteri di Bonfirraro editore il romanzo “Hans Mayer e la bambina ebrea” e adesso, con i suoi 17 anni, nel solco delle storie dedicate ad un’infanzia senza nome perché ciò rafforza la tensione emotiva e ne sottolinea l’universale innocenza, conquista la giuria del concorso internazionale Switzerland Literary Prize, sezione Racconto Inediti, con “Caramelle” ambientato in Siria.
«Racconto questo paese dilaniato dalla guerra con gli occhi di un bambino che non ha conosciuto altro, purtroppo. Il suo è, in realtà, il punto di vista di tanti innocenti che subiscono un conflitto di cui altri sono responsabili. Questo racconto rispecchia il filone al quale mi sto dedicando in questo momento ossia quello dei racconti. La voce è di un’infanzia lasciata ai margini che spesso non viene rispettata e non viene raccontata, e che resta senza nome perché la sua voce vuole essere corale. È il mio modo di dare un contributo in un mondo sempre più difficile da comprendere. La scrittura mi aiuta a spiegare il mio punto di vista in modo più chiaro e preciso», sottolinea Eleonora Spezzano.
Dai libri alla scrittura
Ragazza dai mille talenti, per i quali il tempo mai basta, alcuni dei quali coltivati come il disegno, altri lasciati indietro come il pianoforte, Eleonora è stata certamente conquistata dalla scrittura, appassionata come è sempre stata di libri. «I libri sono una finestra sul mondo, una fuga dalla realtà, una prospettiva nuova sulle cose e mezzi per entrare in empatia con persone lontane da noi», spiega la giovane scrittrice.
Dalle favole al fantasy, affascinata dalle Cronache di Narnia, ha poi conosciuto e amato anche George Orwell, dedicandosi anche molto ai temi storici, come ha rivelato il suo romanzo ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale e incentrato sul dramma della Shoah, dal titolo “Hans Mayer e la bambina ebrea” (Bonfirraro Editore), vincitore del premio Pegasus Literary Awards, del Premio Milano International e del Premio speciale del Rhegium Julii.
«Avevo 13 anni appena compiuti quando ho iniziato a scriverlo. La mia grande amica Cristiana, che conosco fin da bambina, dopo avere letto il primo capitolo, mi ha incoraggiato a continuare e così per alcuni mesi mi sono dedicata alla stesura dell'intera narrazione. Poi le revisioni sono state molto più impegnative. È stata un’esperienza molto intensa e importante e devo ringraziare tutta la mia famiglia, e in particolare mia madre Katia, per il supporto, il mio Editore per i preziosi consigli e l'amica, la scrittrice Katia Colica, per il costante sostegno», racconta Eleonora Spezzano.
Le tante passioni e il futuro
Quella di Eleonora è un’esistenza particolarmente piena anche di prospettive, nella quale l’intenzione di iscriversi in Lettere Moderne, dopo il diploma che conseguirà il prossimo anno, convive con le tante passioni per la lettura e la scrittura ma anche per la lingua inglese, il cinema, il disegno, l’animazione. Una penna sensibile destinata a crescere, maturare ed emozionare ancora ma che è già consapevole di cosa distingua l’essere dal fare la scrittrice. «Mi sento più in sintonia con l’essere che con il fare anche se definirmi scrittrice, vista la mia età, mi sembra strano. Tuttavia, sento di esserlo», conclude Eleonora Spezzano.