«L’alba ha una sua misteriosa grandezza che si compone d’un residuo di sogno e d’un principio di pensiero» scriveva  Victor Hugo. L’alba è il più grande mistero della natura, che ha sempre affascinato i grandi poeti e filosofi. Benché in pochi possono vantarsi di assistere all’evento dell’ alba. Del resto il sorgere del sole è momento che solo alcuni possono condividere: «A tutti è dovuto il mattino. Ad alcuni la notte. A solo pochi eletti la luce dell'aurora», come diceva Emily Dickinson. A tentare di catturare il fascino inarrivabile dell’alba è un grande fotografo calabrese, pluripremiato a livello nazionale e internazionale, Mario Iaquinta. Si tratta di immagini dal forte impatto visivo, con una peculiarità: il punto di osservazione è sempre lo stesso. Ed è il balcone di casa Iaquinta, in Sila.

Infatti le montagne di ‘Gimmella’ e di ‘Campo di Manna’ sono il palcoscenico naturale sul quale vengono rappresentate le metamorfosi del cielo. La bellezza dei colori dorati, rosei, purpurei, ramati delle albe ha attratto l’ attenzione di Mario Iaquinta, tanto da impugnare la macchina fotografica per immortalarli.
Scrive Iaquinta nell’ introduzione del suo ‘Albe’, una spettacolare raccolta dei suoi scatti più belli: «I tempi e i colori dell’alba e del tramonto vanno ammirati con sapiente attenzione considerata la loro rapida mutevolezza e goduti in silenzio, ammutolendo, se fosse possibile, anche il clik della macchina fotografica».

Le sue foto immortalano le opere d’arte del Creatore, presentandole con grande naturalezza, e con la soddisfazione di chi sa che ci troviamo di fronte a qualcosa dal forte impatto visivo.

Scrive Vincenzo Gerbasi a proposito di ‘Albe’: «Bisogna riflettere sul perché l’autore ha scelto di bloccare in una posizione fissa lo strumento fotografico ed ottenere quindi sempre lo stesso skyline. Con questa precisa scelta non fa altro che affermare che il vero protagonista del lavoro non è tutto il panorama, bensì quella parte di esso che cambia, ossia il cielo mutevole e cangiante che, altro non è, che l’espressione del tempo che scorre».

Ed ecco che il susseguirsi delle albe, fotografate in questo modo, dopo averci inizialmente impressionato facendo sfoggio della tavolozza dei colori, non possono più essere considerate unicamente come delle gradevoli cartoline perché, nel loro insieme, finiscono per celebrare il tempo.

L’alba ha una sua misteriosa grandezza che si compone d’un residuo di sogno e d’un principio di pensiero.” (Victor Hugo)