«Sognare non è peccato, dissi 12 anni or sono, quando nel mio animo di bambino cresciuto si affacciò un sogno, timido e nello stesso tempo prepotente, come ogni sogno che abbia voglia di diventare realtà. Volevo fare qualcosa per il mio paese». Adolfo Barone è un imprenditore cocciuto e ottimista, instancabile e visionario. È nato poco più di 70 anni fa nel piccolo e accogliente borgo di Caccuri, in provincia Crotone. Qui ha vissuto fino all’età di tre anni. Poi la famiglia si è trasferita a Cecita, nel cuore della Sila Grande, dove il padre prestava servizio come responsabile degli impianti presso la S.M.E. Società Meridionale Elettrica.

«Cecita un luogo fuori dal tempo -racconta Barone- ma infinitamente bello e suggestivo. Il mio compagno di giochi era un cane lupo. Lupo (si chiamava così) mi proteggeva dalle tante insidie, come le vipere che erano dappertutto». Adolfo ha vissuto fino all’età di sei anni in questa sorta di paradiso terrestre.

Al compiere dei sei anni, d’inverno torna a Caccuri a casa dei nonni, per frequentare le scuole elementari. Sono stati diversi i trasferimenti a causa del lavoro del papà: Acri, Castelluccio Inferiore, Cosenza, poi il militare e l’università a Bari.

Spinto da un forte impeto giovanile decide di emigrare al Nord per trovare un lavoro: «I primi anni sono stati veramente duri, accettai ogni tipo di lavoro che mi consentisse di sostenermi economicamente e dignitosamente. Ho fatto tanti sacrifici ma non ho mai mollato, sapevo che prima o poi avrei trovato la strada giusta. Anni duri, durissimi, ma ho resistito grazie alla cocciutaggine calabrese e alla consapevolezza che ce l’avrei fatta».

Poi il matrimonio; nei due anni successivi diventa papà per ben due volte (poi i figli diventano quattro). Causalmente entra in contatto con una multinazionale americana, arriva a diventarne direttore commerciale, e poi una volta trasferitosi a Como, dove vive ormai da 45 anni, ha intrapreso la strada dell’imprenditoria, prima come dirigente, poi come board in SRL e SPA e poi ancora come titolare e amministratore.

Questa sua frenetica attività lo allontanano da Caccuri, dalla sua culla, dalla sua gente, ma poi un episodio verificatosi nei primissimi anni ‘90 gli permette di poter tornare con più assiduità a Caccuri. Nell’estate 2011 scocca una scintilla che lo porterà a legarsi indissolubilmente alle sorti del suo caro paesello: «al termine della presentazione di uno dei primi romanzi scritti da Olimpio Talarico,  “Il due di bastoni”, passeggiando insieme sul belvedere, mi dice: «che ne pensi se organizziamo un premio letterario?» Bella domanda, e la risposta?

Il giorno dopo dico ad Olimpio: “si può fare”. 

E da qui nasce prima l’Accademia dei Caccuriani e quindi Il Premio Letterario Caccuri, arrivato oggi alla XI edizione. Adolfo aveva un sogno e lo ha realizzato, con un incredibile successo nazionale, in un continuo crescendo. Quel sogno divenne il “Premio Letterario Caccuri” ormai giunto alla sua XI edizione.

Certo è che un evento di tale portata è servito a Caccuri e al territorio intero, perché ha generato ottimismo in tutti coloro che intendono affrontare le sfide che il quotidiano impone:  «Ho notato che numerose associazioni, molti giovani e anche meno giovani, si sono lanciati nella mischia del mondo del lavoro con energia, coraggio e speranza. A loro voglio lanciare questo messaggio: continuate a sognare ma non sperate che i vostri sogni si realizzino per l’intervento della fortuna o per l’avverarsi di un miracolo. Occorre lavorare duro, con quotidiana abnegazione e con l’obiettivo sempre davanti».

Sì, è proprio così che i sogni si avverano veramente.

Per darvi un’idea dell’incredibile successo del Premio Letterario Caccuri, diamo un’occhiata ad alcuni, e solo alcuni, ospiti e concorrenti che vi hanno partecipato nel tempo: Pino Aprile, Piergiorgio Odifreddi, Giordano Bruno Guerri, Davide Giacalone, Maria Latella, Antonio Caprarica, Gioacchino Criaco, Carmine Abate, Vittorio Sgarbi, Vittorio Feltri, Paolo Mieli, Gianrico Carofiglio, Nicola Gratteri, Mogol, Ferruccio de Bortoli, Massimo Cacciari, Sigfrido Ranucci, Massimo Franco, Enrico Letta, Alan Friedman, Walter Veltroni, Carlo e Renzo Piano, Dacia Maraini.

E non sono tutti.  Intanto lo scorso anno, il Ministero della Cultura nomina Adolfo Barone ambasciatore della Lettura. Un riconoscimento di particolare valore. Nel frattempo il Premio diventa itinerante, spazia dalla letteratura alla poesia, dal teatro alla musica.

Adolfo, i suoi compagni di viaggio (Roberto De Candia, Vice Presidente, Olimpio Talarico, responsabile sezione saggistica), l’Accademia dei Caccuriani, hanno realizzato un piccolo grande miracolo. Che in una terra difficile e marginale come la nostra, assume un valore veramente straordinario.