VIDEO | Tra gli scaffali le persone attenuano l’ansia da pandemia. Gangemi, Dara e Catozzella: tre autori per tre storie sospese tra sogno e nostalgia consigliate dagli esperti
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Il Covid ha cambiato tante abitudini ma l’amore per la lettura no, quello è rimasto immutato, forse si è addirittura irrobustito. E librerie, per alcuni, sono diventati quasi dei porti sicuri in cui gettare l'ancora per respirare (anche se dietro la mascherina) il familiare odore delle pagine e delle copertine nuove, appena stampate.
«Le nostre librerie sono delle oasi di serenità, dove la gente entra e per un po’ di minuti gusta il sapore della nostra vita di prima». Silverio Curto, libraio della Mondadori a Cosenza, alza le spalle in un gesto di rassegnazione. Così è, sembra dire, bisogna arrangiarsi e trovare piccoli frammenti di felicità dove capita. E gli scaffali, ingombri di storie, sono queste anfore. Ma cosa legge il lettore con una pandemia alla finestra? «I gialli italiani stanno andando forte – spiega Silverio – trainati anche dalle serie tv ispirate dai romanzi, ad esempio di De Giovanni e Camilleri».
«In un primo momento la gente cercava libri sul virus – dice Gianni Oliveri della Ubik di Cosenza – ma è durata poco. La gente è stanca di essere bombardata di notizie sul Covid tutti i giorni a tutte le ore».
Silverio e Gianni consigliano ai lettori tre romanzi tutti da divorare. «Io scelgo “Italiana” di Giuseppe Catozzella. La protagonista è calabrese, Maria Oliverio, meglio conosciuta come Ciccilla, brigantessa famosa per le sue gesta e il suo coraggio, nativa di Casole Bruzio. Catozzella tramite i racconti della nonna ha narrato la storia di questa donna forte, piena di valore. Ed è bello il riferimento al libro di Peppino Curcio, che riporta in auge una figura femminile forte che viveva in una terra già da allora martoriata».
Due autori, calabresi, sono la scelta di Gianni Oliveri. «Io consiglio il romanzo di Domenico Dara “Malinverno” che racconta un Sud lontano dagli stereotipi, una sorta di "Spoon river" che colpisce al cuore, e anche “Il popolo di mezzo” di Mimmo Gangemi, grande autore, che ci narra una storia di emigrazione con un linguaggio universale che parla proprio a noi, lettori di oggi».