Le costruzioni in terra cruda individuate come patrimonio identitario e sostenibile. Il riconoscimento per l’imprenditoria femminile e la tutela del paesaggio al progetto che ha messo in fila volontari ambientalisti e ricercatori
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Il concorso internazionale FICLU – Federazione dei Club per l’Unesco “La fabbrica nel paesaggio” 2024 assegna per il secondo anno consecutivo uno dei suoi primi premi ad un progetto presentato dal Club di Tropea: quello riservato ad azioni di sostenibilità, tutela e difesa del paesaggio e sostegno all’imprenditoria femminile. Il 12 ottobre scorso a Foligno, in Umbria, le protagoniste della proposta calabrese sono state le costruzioni in “breste”, mattoni di fango che caratterizzano l’architettura in terra cruda anche del paesaggio vibonese (lo scorso anno, il primo premio della sezione enti pubblici era stato assegnato alle Grotte degli Sbariati di Zungri).
Perché questa candidatura?
Il Club tropeano si era fatto portavoce nel tempo di interventi di sensibilizzazione a favore delle breste, in rete con imprenditori illuminati, ricercatori universitari, esperti locali, architetti, associazioni di volontariato e istituzioni culturali, e candidando infine queste costruzioni al concorso umbro.
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