Il Museo archeologico nazionale di Reggio Calabria prosegue l’apertura alle grandi istituzioni internazionali. Alcuni giorni – si legge in una nota stampa - fa il direttore Carmelo Malacrino ha firmato un accordo di collaborazione con Brigitte Marin, direttrice dell’École Francaise de Rome, volto all’ideazione e alla realizzazione di progetti congiunti di studio, ricerca, valorizzazione, promozione e comunicazione culturale. Una prospettiva che vede anche la partecipazione di Agnes Bencze, professoressa alla Pazmany Peter Catholic University di Budapest, da anni impegnata nello studio delle terrecotte figurate prodotte a Medma, l’attuale Rosarno.

La collaborazione con istituzioni internazionali

 «L’attività di ricerca – dichiara Malacrino - è fondamentale per ogni luogo della cultura e, in particolare, per un museo archeologico. La collaborazione con prestigiose istituzioni internazionali, quali l’École Francaise de Rome e l’Accademia di Ungheria di Roma, consolida la missione del MArRC di accogliere studiosi da tutto il mondo per valorizzare, anche attraverso l’attività scientifica, le ricche collezioni archeologiche esposte o conservate nei depositi. L’attività di restauro svolta in questi anni – prosegue il direttore del Museo – è senza precedenti; ora migliaia di reperti provenienti da tutta la Calabria sono pronti per essere studiati e presentati al pubblico. Ringrazio la direttrice Marin e la professoressa Bencze per aver voluto potenziare con questo accordo le prospettive di ricerca avviate in questi anni». 

Le korai di Medma

Un rapporto – si fa presente nel comunicato - che ha già permesso di collaborare per la realizzazione di una mostra suggestiva, che sarà inaugurata il prossimo 23 febbraio nella magnifica sede di Palazzo Farnese a Roma, dal titolo “Le korai di Medma tra di noi. Gli ex voto di un santuario greco restituiti tramite fotomodellazione”. L’esposizione, promossa dall’Ècole Francaise e dall’Accademia di Ungheria di Roma, sarà curata dalla professoressa Bencze e dal proessor. Franco Prampolini, del Dipartimento Patrimonio Architettura e Urbanistica dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, con la partecipazione dell’Accademia dei Lincei e del Centro di ricerche sulle colonie locresi.

I reperti di Rosarno

«Nell’ambito di questo accordo tra l’École Francaise de Rome e il MArRC – spiega Bencze – per la ricerca sulla coroplastica medmea condotta dal Centro per la ricerca sulle Colonie locresi (CeRCoLoc), l’8 febbraio scorso si è svolta una campagna di riprese fotogrammetriche di alcuni reperti provenienti dagli scavi condotti da Paolo Orsi nel 1913 nell’area sacra di contrada Calderazzo a Rosarno».

L’attività si è concentrata sulla modellazione tridimensionale ad altissima risoluzione di una selezione di terrecotte di età greca, sotto la supervisione del funzionario archeologo del Museo, Daniela Costanzo.

«L’intervento – dichiara il professor Prampolini – è stato effettuato presso il gabinetto fotografico del MArRC dal gruppo di lavoro del Laboratorio Summa del Dipartimento Pau, che coordino all’Università Mediterranea. Alcune elaborazioni, alle quali ha collaborato il PhD cons. Antonio Gambino, saranno presentate nell’ambito della mostra che inaugureremo a Roma la prossima settimana».