“La Gioia Tauro medievale” come non si era mai vista, al centro del secondo evento nell’ambito de “Le notti dell’archeologia”. L’iniziativa, lanciata dal Comune e dal ministero dei Beni culturali, dopo l’approfondimento sui resti dell’antichità (Matauros) si concluderà con una terza serata prevista a settembre sull’identità contemporanea della città del porto. Gli archeologi Francesco Cuteri e Giuseppe Hyeraci hanno ripercorso le tappe degli scavi che nel corso degli anni hanno fatto affiorare la pianta particolare di quella che si chiamava Gioja e i resti custoditi nel museo cittadino.

«Questa – ha detto il cultore di storia locale Edoardo Macino – è l’unica città fortificata della Piana che è ancora visibile. Le torri, le mura, le ceramiche raccolte nel museo Metauros e lo stesso quartiere che oggi si chiama Pian delle Fosse, rappresentano la testimonianza di una storia illustre, oggi messa a disposizione dei visitatori». Ma anche dei cittadini gioiesi stessi, visto che l’archeologo Cuteri ha sottolineato «la portata di iniziative come queste che consentono a chi partecipa di acquisire consapevolezza su un patrimonio che oggi più di ieri si intende tutelare e promuovere, diventando la gente stessa ambasciatrice di bellezza». Nell’incontro moderato da Miriam Costa, spazio anche alla proposta lanciata dal sindaco Aldo Alessio - «per fare in modo che la conoscenza storica venga veicolata anche attraverso il teatro» - e alla visita al museo diretto da Simona Bruni, mentre per i vicoli del centro storico sono state allestite mostre di pittura, tra gli stand dell’artigianato locale e le foto raccolte dall’associazione “Fotoamatori gioiesi”.