L’iniziativa

Dai monaci greci a Gioacchino da Fiore, all’insegna della grande storia muove i primi passi la 13a edizione del Premio Letterario Caccuri

Suggestiva iniziativa alla Grancia del Vurdoj con Adolfo Barone e Riccardo Succurro: «È come se l’Abate florense fosse tornato in questi luoghi»

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di Franco Laratta
4 agosto 2024
19:00

Significativa e ricca di suggestioni storiche e filosofiche l’iniziativa di oggi, domenica, alla Grancia del Vurdoj che di fatto ha avviato i lavori del 13º Premio Letterario Caccuri. Significativo soprattutto il fatto che l’Accademia dei Caccuriani, con il presidente Adolfo Barone e il vicepresidente Olimpio Talarico, abbia inteso partire con questa edizione del Premio invitando il presidente del Centro internazionale di studi gioachimiti di San Giovanni in Fiore, Riccardo Succurro, alla vigilia del Congresso mondiale di studi gioachimiti previsto a settembre. Un messaggio importante, una strada che si unisce, quasi come se Gioacchino da Fiore idealmente fosse tornato nei luoghi in cui la Storia ha scritto pagine memorabili. Basiliani, Florensi, seguaci dell’impero, bande di mercenari, predicatori e oppositori. In un mix di spiritualità e potere. Tutto ha attraversato questi luoghi.

Nella ex chiesa florense di San Giacomo, il presidente Succurro ha inteso ripercorrere, in un lungo e appassionato intervento, decine di secoli di storia, evidenziando il ruolo straordinario dei florensi nello sviluppo ordinato di vicende caotiche e contrastanti. Una storia che ha visto confrontarsi e scontrarsi gli interessi religiosi, economici, sociali e culturali, in un’epoca in cui il mondo era in ebollizione. Succurro ha parlato di grandi fatti, pagine di straordinario valore, di invasori e mercenari del Nord Europa, di eserciti, regni e marchesati, mentre i monaci d’Oriente avanzavano con prepotenza. 


Gioacchino da Fiore, e gli abati a lui succeduti, scelse dapprima la gelida montagna della Sila per dare vita alla ‘rivoluzione’ dell’Abate “di spirito profetico dotato”. Per poi decidere di affacciarsi sulla vallata del Neto, contribuendo a mettere ordine al confuso divenire dei fatti

Domenica mattina nel Vurdoj di Caccuri, grazie ad un prestigioso premio letterario è stata scritta una pagina nuova: uno sguardo al passato, da Federico II fino ai più recenti gesti eroici e sfortunati dei Fratelli Bandiera, tutto è passato da questi luoghi, lasciando tracce indelebili che andrebbero meglio approfondite e diffuse. Da qui si può e si deve ripartire per una nuova e più forte fase di collaborazione e condivisione, ha inteso confermare il presidente Adolfo Barone che ancora una volta ha saputo guardare avanti.

La storia è senza dubbio maestra di vita, un posto di incontro e di scontro, di ricerca e di sapere. Conoscere la storia significa conoscere noi stessi, imparando a non ripetere gli errori, privilegiando sempre le ragioni del confronto. In questa splendida vallata del Vurdoy, da secoli un’immensa distesa di uliveti storici di grande valore, fede e storia si sono Incontrati e scontrati, ma poi alla fine il dialogo ha prevalso. Così come ai giorni d’oggi sarebbe necessario.

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