“Alla ricerca della laicità perduta, il crocifisso laico dei giudici italiani”, è il titolo del libro scritto da Enrico Ferri, ordinario di Filosofia del Diritto all’Unicusano e dal prof. Giuseppe Cricenti, consigliere alla Suprema Corte di Cassazione e presentato nei giorni scorsi alla libreria Cuori d’Inchiostro di Vibo Valentia.

Nel libro i due autori discutono di una recente sentenza della Cassazione che ritiene legittimo esporre in aula un crocifisso se la richiesta arriva dagli studenti e, a sostegno di questa tesi utilizza argomenti che ritroviamo in una recentissima proposta di legge della Lega di Salvini. Si sostiene che il crocifisso non è tanto un simbolo religioso, quanto della storia nazionale, ma pure di valori laici ed umanitari in cui tutti, cittadini e non potrebbero riconoscerci. Di parere diverso gli autori del libro.

«In Italia - spiega Cricenti - sono praticate diverse religioni. Lo Stato deve favorirne il libero esercizio, non sceglierne una ed assicurargli una posizione di privilegio, con dubbi argomenti di natura storica, morale o teologica. Libertà religiosa significa libertà per ognuno di manifestare il suo pensiero in materia religiosa». Per Enrico Ferri «sostenere che il crocifisso sia un simbolo di amore in cui tutti possono riconoscersi, significa assumere la posizione di una religione specifica, il cristianesimo, presentandola come un dato oggettivo. In realtà il crocifisso ha spesso rappresentato una religione in contrasto con altre religioni, ad esempio l’Islam, e quanti non avessero una visione conforme ai dettati delle Chiese cristiane che usavano questo simbolo religioso». A dialogare con l’autore, gli avvocati Noemi Comito e Ferdinando Pietropaolo. L’evento è stato organizzato in collaborazione con Maria Teresa Marzano.