VIDEO | Due giorni all'insegna della letteratura nel centro storico con lectio magistralis, dibattiti e premiazione dei vincitori della nuova edizione dell'appuntamento ideato a metà del secolo scorso da Leonida Repaci
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Col calo dei contagi a restituire (almeno in parte) una parvenza di normalità alla vita di ogni giorno, riecco anche le iniziative culturali a Cosenza. E così, seppur qualche mese più tardi del previsto, saranno i libri a fare la parte del leone nel centro storico col ritorno del Premio Sila '49.
Il Premio Sila '49
Teatro della manifestazione, giunta ormai alla sua nona edizione, saranno l'Arenella e la Villa Vecchia. La prima ospiterà la lectio magistralis di Anna Bonaiuto e la cerimonia di premiazione, mentre nella seconda si terrà la presentazione del libro vincitore del Premio “Economia e Società”. Nonostante arrivi a metà 2021, quella che si svolgerà il 3 e il 4 giugno in città sarà l'edizione 2020 di uno dei più antichi premi letterari nazionali, nato dall'intuizione di Leonida Repaci nell'ormai lontano 1949 e risorto dopo una lunga interruzione nove anni or sono. Il Premio è sostenuto dalla Banca BCC Mediocrati e da Arca Business Consulting, con il patrocinio della Provincia di Cosenza, del Comune di Rende, di Confindustria Cosenza e dell’Aiop. È realizzato in collaborazione con la libreria Ubik, la libreria Mondadori e la libreria Feltrinelli di Cosenza nella promozione della lettura e con la selezione di un comitato di lettori che ha orientato la giuria per individuare la rosa dei cinque titoli della sezione Letteratura che concorrono al premio finale.
I perché dell'attesa
«Non volevamo una premiazione online», spiega Gemma Cestari, direttrice del Premio Sila, precisando di aver atteso il rallentamento della pandemia per garantire a tutti gli elementi che hanno da sempre caratterizzato questo evento: un pubblico in presenza, innanzitutto, ma anche quella «connessione che si crea tra i premiati e le persone» attraverso «la cerimonia di premiazione, la lectio magistralis, le conversazioni fra grandi relatori». Il ritorno alla (pseudo)normalità sarà anche un modo per ridare vita alla parte più antica della città, dove ha sede la Fondazione Premio Sila: «Sono luoghi importanti, bellissimi, significativi che meritano attenzione, cura, meritano di essere vissuti», il commento di Cestari.
I vincitori
Jonathan Bazzi, autore di “Febbre”, edito da Fandango è il vincitore della sezione Letteratura. La giuria, presieduta dall'ecomista Amedeo Di Maio e composta da accademici e letterati, lo ha preferito agli altri finalisti, che in questa nona edizione erano Roberto Andò con “Il bambino nascosto” (La Nave di Teseo), Marta Barone con “Città sommersa” (Bompiani), Giorgio Fontana con “Prima di noi” (Sellerio) e Igiaba Scego con “La linea del colore” (Bompiani). Il botanico catanzarese Stefano Mancuso è, invece, il vincitore del premio Economia e Società con “La nazione delle piante” (Laterza), un volume che si occupa di tematiche ambientali. Quelle, cioè, di cui lo stesso Mancuso discuterà insieme allo storico dell’arte e accademico Tomaso Montanari, venerdì 4 giugno alle 11, alla Villa Vecchia.
Il premio alla carriera, infine, quest’anno andrà ad Anna Bonaiuto. Attrice teatrale e cinematografica, friulana di nascita ma napoletana d’origine, ha all’attivo un David di Donatello e un Nastro d’Argento e tanti altri riconoscimenti, conquistati lavorando con Luca Ronconi, Pupi Avati e Ferzan Ozpetek, Carlo Verdone e Paolo Sorrentino. A lei il compito di tenere una lectio magistralis, dal titolo “Alla ricerca dell’attore perduto”, giovedì 3 giugno alle 18 all’Arenella.
La cultura per far ripartire il Paese
«Immaginiamo sia dedicata alle difficoltà che il mondo del teatro (e della cultura in generale) sta affrontando in questo momento. E noi volevamo proprio questo – spiega Enzo Paolini, presidente della Fondazione Premio Sila – dare un segnale di vicinanza, di sostegno al mondo del teatro, del cinema, dell’arte e della cultura. Troppo poco è stato fatto per consentire che il patrimonio culturale italiano legato a questi ambiti cruciali non andasse perduto. Il nostro Paese ha bisogno dei suoi artisti perché ci indichino una strada per superare questo momento difficile, solo l’arte e la cultura possono tirarci fuori da qui, dandoci la forza, la voglia, l’immaginazione per uscirne». Sempre all’Arenella si terrà anche la cerimonia di premiazione, venerdì 4 giugno alle 18, con la giornalista e scrittrice Ritanna Armeni a fare da padrona di casa.
L’opera per il manifesto di questa nona edizione del Premio, che negli anni passati è stata realizzata da artisti del calibro di Mimmo Paladino, Tommaso Cascella, Massimo Kaufmann e Massimo Sirelli, vede quest’anno la firma del maestro toscano Fabio Inverni.