Dall’Umbria è arrivato anche un amico di Rino Gaetano, Domenico Messina, per irrobustire con tratti personali inediti l’approfondimento intorno alla figura dell’artista originario di Crotone. E non ha deluso le attese il festival “Sogni d’autore”, organizzato per il primo anno dal Comune di Cinquefrondi, per accendere riflettori – diversi da quelli del solito tributo – intorno anche alla figura di Giorgio Gaber. Le due serate, ideate da Alberto Conia e Vincenzo Furfaro, sono state un inno al cantautorato italiano che si vuole ripetere di anno in anno, visto anche lo straordinario successo di pubblico registrato in piazza Duomo.

La musica, il dibattito e la proiezioni di un docufilm – si intitola “Rino” e l’ha realizzato Gianluca Lalli – ha offerto al pubblico uno spaccato non sempre noto dell’artista calabrese morto a Roma in un incidente stradale quando aveva 30 anni. Messina, con il quale Gaetano aveva frequentato il collegio e che aveva ritrovato ai primi segni della fama dell’amico, ha polemizzato in particolare con gli autori della fiction Rai dedicata al cantante. «L’hanno descritto come un mostro – ha detto Messina – ma Rino non aveva affatto quelle caratteristiche. Era un uomo del Sud che amava tanto la sua terra anche se qualche volta, vedi in un concerto a Crotone in cui non mancarono i fischi, non sempre era ricambiato e di questo se ne dispiaceva».