La scoperta durante gli scavi per la costruzione della Metropolitana. L'associazione culturale Italia Nostra al sindaco Abramo: «Convochi un incontro urgente»
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Una nuova teoria sulla nascita di Catanzaro inizia a prendere forma dal ritrovamento di importanti reperti archeologici durante gli scavi per la costruzione della Metropolitana. La zona non è nuova alle fortuite scoperte storiche, come dimostrano i diversi rinvenimenti tra la Valle del Corace, Germaneto e il quartiere Santa Maria che hanno fatto ricondurre all'area le origini del popolo degli Itali.
L'importanza della Villa
In questo caso, però, il ritrovamento dei resti di una villa magnogreca di circa 200 metri quadrati e della sua pavimentazione ben conservata «potrebbe riscrivere la storia di Catanzaro» afferma Aldo Ventrici, studioso e autore catanzarese.
La villa, infatti, sarebbe risalente al IV secolo avanti Cristo, ben più antica rispetto alla fondazione del capoluogo ricondotta intorno al VIII secolo d.C. Ciò che meraviglia lo studioso, inoltre, è la testimonianza che la Valle potrebbe essere stata più ricca di civiltà rispetto a quanto rilevato finora: «si è ritenuto che fra le colonie greche di Skylletion e Crotone non ci fossero realtà urbane significative e che la valle del Corace fosse un deserto. Potrebbe non essere così».
Le parole dell'assessore
A rassicurare circa la protezione del nuovo sito archeologico è l'assessore alla cultura Ivan Cardamone, a detta del quale gli importanti ritrovamenti sono già stati valutati dalla Soprintendenza per i beni archeologici della Calabria: «Ci siamo già attivati - ha detto all'Agi - insieme alla Provincia, per ampliare gli spazi del museo di Villa Margherita dove intendiamo raccogliere reperti di interesse storico attualmente collocati in diversi edifici».
Cardamone ritiene, infine, di aver la giusta armonia fra le esigenze del cantiere e la necessità di conservare importanti reperti «il ritrovamento - infatti - non comprometterà comunque i lavori della costruenda metropolitana».
Il messaggio di Italia Nostra per il sindaco Abramo
Promesse che non sono state sufficienti, tuttavia, per le associazioni culturali interessate. Tra queste, in particolare, Italia Nostra, Associazione nazionale per la tutela del patrimonio storico, artistico e culturale intende rivolgersi direttamente al sindaco Abramo attraverso una lettera aperta.
L'associazione segnala «l’assenza di ogni voce ufficiale della Soprintendenza e dei funzionari preposti alla esecuzione e sorveglianza dei lavori.» e sottolinea l'importanza del ricorso avviato dalla Città contro la scelta di stabilire la nuova Soprintendenza a Crotone: «In attesa della sentenza di merito prevista per novembre dobbiamo tenere alta l’attenzione, fare sentire la voce di Catanzaro perché l’assenza della Soprintendenza ha contribuito alle ferite che la città ha subito nel corso degli anni. Responsabilità di molti ma anche di una assenza di vigilanza se il nostro patrimonio urbano, storico, archivistico, archeologico, è stato cancellato, distrutto, ignorato, sottovalutato, per disinteresse, superficialità, assenza di tutela del passato e della sua memoria.».
Secondo l'associazione, inoltre, «si tratterebbe di un insediamento ellenistico risalente al IV secolo a.C. in linea d’aria vicinissimo ai ritrovamenti di Santa Maria di Zarapoti con le presenze accertate romane e bizantine per i quali nessuna amministrazione ha mai inteso intraprendere una campagna di scavi organica. L’indagine su questi siti, la loro valorizzazione e la continuazione delle ricerche iniziate permetterebbero la rilettura della storia di Catanzaro e delle sue origini e confermare o no la presenza di consistenti attività umane tra l’area di Santa Maria, e quindi la Fiumarella, e l’area del Corace o addirittura la presenza di colonie greche di Locri o di Crotone».
L'appello per una giusta presa di coscienza circa gli ultimi ritrovamenti vuole arrivare, dunque, direttamente a Palazzo de Nobili: «chiediamo al sindaco di farsi promotore di un incontro urgente con la direzione dei lavori della metropolitana, con la responsabile della sorveglianza degli scavi dott.ssa Giovanna Verbicaro, con l’assessore alla cultura del comune Ivan Cardamone e con tutte le associazioni che operano per la difesa della memoria e della storia della nostra città.»