Nel palazzo Salituri della Giudecca a Castrovillari, un tempo palazzo Musitano, sono venuti alla luce, nel corso di recenti lavori di restauro, sotto gli apparati decorativi dei soffitti alcuni frammenti di testi a stampa. Tra questi i fogli di una Cinquecentina indicata dallo storico castrovillarese, Giuseppe Russo, come il Commentario di Temistio del sec. IV, al lib. II del "De Caelo et Mundo" di Aristotele con la traduzione dall’ebraico in latino di Mosè Alatino, medico ebreo, stampata a Venezia nel 1574, opera messa all’indice dalla Santa Inquisizione.

Il libro proibito

«L'opera probabilmente doveva essere giunta a Castrovillari fresca di stampa, ma doveva essere nascosta o addirittura distrutta perché chi fosse stato trovato in possesso di libri ritenuti proibiti sarebbe stato processato e condannato» racconta Ines Ferrante, operatrice culturale della città. Secondo gli ultimi studi di Russo, proprio un lacerto di quest'opera è giunto fino a noi e ci racconta una storia straordinaria. Dalle minuziose ricerche archivistiche, dell'intenso e attento lavoro di analisi dello studioso e storico Giuseppe Russo, si può affermare che una setta di eretici era presente a Castrovillari nella seconda metà del XVI secolo e si incontrava nel palazzo Musitano Salituri alla Giudecca.

La setta attiva a Castrovillari

Sarebbero appartenuti alla setta esponenti della famiglia Musitano e Bruno e capo indiscusso della combriccola doveva essere il castrovillarese Vincenzo Bruno strettamente in contatto con gli eretici di Bisignano, Montalto e dei casali montaltesi di Guardia Piemontese e San Vincenzo la Costa. Il professor Russo ha appena pubblicato gli esiti di questo lavoro importantissimo e unico per la storia di Castrovillari, "Nella Giudecca di Castrovillari nel XVI secolo: presenze spagnole ed ebree tra omicidi e culti ereticali".

Il tribunale ecclesiastico del 1599

Un importante contributo storico che racconta minuziosamente i rituali e le credenze di questi uomini. Le usanze eretiche pare siano state così diffuse in città che nel 1599 fu creato, per opera del vicario generale della diocesi di Cassano, un tribunale ecclesiastico retto dal domenicano Giacinto da Amendolara che mandò a processo molte persone. Il tribunale venne soppresso, però, qualche tempo dopo per intervento del Viceré.