«Un ritrovamento di estrema importanza». Così lo descrivono gli addetti ai lavori, accorsi in località Castelluccio, nel territorio di Sant’Onofrio, dove dagli scavi per il posizionamento degli “armadi” della fibra ottica, condotti da Open Fiber – operatore di infrastrutture di rete di proprietà di Cassa depositi e prestiti ed Enel – è emerso un acciottolato di epoca allo stato ancora ignota e ulteriori reperti di età tardo medievale.

Ciò che ha fatto rizzare le orecchie agli archeologici della Soprintendenza belle arti e paesaggio della Città metropolitana di Reggio Calabria e della Provincia di Vibo Valentia è la circostanza che proprio nei dintorni di quell’area passava l’antica via Annia-Popilia, consolare romana tra le più importanti che collegava Capua a Reggio Calabria. Fatto acclarato dall’importante ritrovamento, nel 1952, del cippo miliare oggi custodito al Museo archeologico Statale “Vito Capialbi” di Vibo Valentia.

«La località Castellucio era già nota per rinvenimenti di età romana, a lungo si è pensato che qui potesse esserci una villa romana – afferma l’archeologa Cristiana la Serra che segue da vicino i lavori -. Qui, in una località adiacente, è stato trovato l’unico miliario romano “in situ” della Calabria e già nella valutazione preventiva questa era stata dichiarata “zona rossa”. C’è molto di più di quello che sembra. Abbiamo ritrovato materiale ceramico risalente al periodo tra il Medioevo e il Rinascimento e ulteriori elementi in bronzo e in ferro. Elementi che ci fanno dire che certamente questo sito merita approfondimenti».
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