Originario di Bagnara, è morto a Roma all’età di 91 anni. Storico rigoroso e autorevole e divulgatore appassionato delle vicende contemporanee. A lui si deve l’epitaffio sulla stele a piazza Castello che nella città dello Stretto ricorda la battaglia di Garibaldi del 21 agosto 1860
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«Pochi sanno che la grande fiammata rivoluzionaria del 1848 che investì l'Italia e l'Europa, e dalla quale ebbe inizio il nostro Risorgimento nazionale, fu accesa proprio a Reggio il 2 settembre 1847», così lo storico reggino Lucio Villari parlando della rivolta a Reggio Calabria, ricordata dal monumento all'Italia dello scultore villese Rocco Larussa, allocata proprio in piazza Italia. Una sollevazione di popolo che fu, a sua volta, preludio dei moti rivoluzionari del 1848.
Nato a Bagnara Calabria 91 anni fa e morto a Roma dove risiedeva, proprio nella notte a preludio all’odierno 17 marzo, in cui nel 1861 fu proclamata l’Unità d’Italia. Lucio Villari ha fatto della sua preparazione storica di livello accademico uno strumento di divulgazione di straordinaria rilevanza sociale.
La Storia di ieri come chiave di lettura del presente anche e soprattutto del presente più ostico, dalla cui analisi proprio gli storici non possono esimersi per offrire all’opinione pubblica elementi essenziali utili a codificare le scelte politiche degli Stati e le trasformazioni sociali perennemente in atto.
Della storia di Reggio evidenziava anche le vicende preunitarie e unitarie che dalla Battaglia di piazza Duomo del 21 agosto 1860 arrivano fino alla Giornata dell’Aspromonte e al ferimento di Garibaldi, il 29 agosto 1862.
«Su questo munito e forte Castello, primo baluardo continentale del regno delle Due Sicilie, Giuseppe Garibaldi, i patrioti di Reggio e tremila camicie rosse dopo una battaglia cruenta e decisiva, issarono il Tricolore dei Mille nel nome della libertà e dell'unità d'Italia e di tutti gli Italiani». Questo l'epitaffio scritto dallo storico Lucio Villari, ancora oggi riportato sulla stele che rievoca a Reggio i fatti del 21 agosto 1860.
Il testo da scolpire sulla stele era stato proposto dallo storico nel 2013 alla commissione straordinaria che amministrava la città di Reggio dopo lo scioglimento per contiguità con la ‘ndrangheta, presieduta dal prefetto Vincenzo Panico. Commissione che aveva cristallizzato l’intento della commemorazione del 21 agosto successivo, su impulso del Comitato d’onore per commemorare la resa del Castello Aragonese presieduto dallo stesso Lucio Villari, in apposita deliberazione.
La storia di Garibaldi in Aspromonte consta di un'altra pagina importante scritta due anni dopo, il 29 agosto 1862, la cosiddetta Giornata dell'Aspromonte. Eventi anche controversi e da conoscere sui quali lo storico Lucio Villari si era soffermato, sollecitato dal Reggino.it.
«Mentre Reggio nel 1860 aveva costituito il primo avamposto continentale liberato dai Borbone, nel 1862 l'Aspromonte aveva segnato un punto drammatico della storia dell'Italia. Quello fu uno scontro molto violento in cui vi furono settanta vittime e un centinaio di feriti», aveva sottolineato lo storico reggino Lucio Villari.
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